Andare in pensione 5 anni prima con la ‘Rita’!

Ha lasciato il lavoro 5 anni prima ed è andato in pensione con la Rita! Sì con la Rita, che non è una fuga d’amore con l’avvenente inquilina della porta accanto o con l’amica del cuore, bensì con una sorta di pensione anticipata, la “Rita”, per l’appunto, acronimo di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
La misura è accessibile a tutti i lavoratori dipendenti, anche a quelli pubblici che decidono di effettuare dei versamenti volontari ad un fondo di previdenza integrativa e che possono utilizzare questa misura. Bisogna avere però certi requisiti. Infatti, occorrono due condizioni:
1) la cessazione del lavoro e la distanza dalla pensione di vecchiaia non superiore a 5 anni (in pratica avere almeno 61 anni e 7 mesi che diventeranno 62 dal primo gennaio 2019 e più di 20 anni di contributi);
2) essere inoccupati da oltre 2 anni ed essere lontani dalla pensione meno di 10 anni (in pratica avere almeno 56 anni e 7 mesi che diventeranno 57 dal 2019. Per entrambe le fattispecie servono almeno 5 anni di versamento al fondo.
La “Rita” dovrebbe essere vantaggiosa da un punto di vista fiscale e convenire maggiormente rispetto all’Ape volontaria. Infatti con questo strumento il lavoro può essere lasciato a massimo 3 anni e 7 mesi prima dal momento della pensione di vecchiaia e il costo è superiore. L’Ape infatti è nient’altro che un prestito fatto dalle banche e rimborsato con trattenute mensili sulla pensione per 20 anni.

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