A ‘loro’ il vitalizio. A ‘noi’ la Fornero!

Il traguardo è stato tagliato! Quello che, invece, non è ancora stato ‘tagliato’, sono i privilegi della casta, gli sprechi e le disuguaglianze. Ma oramai, il dato è tratto e il ‘vitalizio’… pure! Infatti proprio oggi – Venerdì 15 Settembre – per oltre 608 parlamentari scatta il termine ultimo per il diritto al ‘vitalizio’. Un esercito trasversale composto in gran parte dai nuovi eletti PD e 5stelle, che ora potranno fruire, al compimento dei 65 anni d’età, di un assegno di circa 950 euro netti, a condizione che abbiano alle spalle, per l’appunto, 4 anni 6 mesi e 1 giorno di mandato effettivo trascorso:
termine che scatterà proprio a partire da domani, 15 settembre, essendo l’inizio della XVIIª legislatura datato 15 marzo 2013. Attenzione però a non chiamarli ‘vitalizi’, si scherniscono i parlamentari. Quelli sono stati superati nel 2012, sostituiti da una pensione calcolata con il metodo contributivo, basata cioè esclusivamente sui contributi versati, mediamente molto inferiore agli assegni pre-riforma. Per questo, ogni parlamentare versa mensilmente al Fondo pensioni di Camera e Senato un contributo pari all’8,8% della propria indennità parlamentare lorda (poco meno di 800 euro), che si sommano a quanto versano le Camere per ciascun eletto (poco meno di 1.500 euro mensili). Di fatto, è stato così scongiurato il pericolo di perdere il tesoretto da circa 20 milioni di euro costituito dal cumulo dei versamenti maturati dal 2013 in poi da parte dei parlamentari. Non è affatto male prendere una pensione di quasi mille euro netti già a 65 anni e dopo solo 4 anni 6 mesi e 1 giorno di lavoro, sia fa per dire! O meglio ancora circa 1500 euro netti, addirittura a partire dai 60 anni, per chi si è messo in tasca due legislature. Per contro, i cittadini italiani, ovvero chi li ha eletti, chi li ha pagati per fare leggi giuste e vedersi riconosciuti i propri diritti, sono costretti a lavorare fino a 70 anni con una pensione prossima a quella sociale. Tutti, ma proprio tutti i nostri ‘carissimi’ parlamentari, nessuno escluso, stanno lì solo per fare i propri interessi e dei cittadini se ne fottono beatamente. La prova del nove è scattata proprio oggi: a ‘loro’ il vitalizio e a ‘noi’ la Fornero!

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IN EXTREMIS – MA MEGLIO TARDI CHE MAI – ARRIVA LA RISPOSTA DEL M5S CHE, COME PIÙ VOLTE SOLLECITATO DA QUESTE PAGINE, RINUNCIA AL VITALIZIO. 
#NoiRinunciamoAlPrivilegio. di MoVimento5Stelle. Il D-Day dei partiti è giunto. Oggi deputati e senatori hanno maturato la loro pensione privilegiata a cui accederanno mentre tutti gli altri cittadini italiani saranno costretti ancora a lavorare per chissà quanti anni per avere un trattamento pensionistico misero. Quindi la maschera è caduta, dopo aver incagliato la “legge Richetti” nei banchi di nebbia del Senato, i parlamentari che sono al primo mandato otterranno la pensione a 65 anni – chi è al secondo o terzo giro a 60 anni – anche se per il resto della loro vita non faranno più nulla. Noi no. I capigruppo del MoVimento 5 Stelle in Camera e Senato hanno firmato la rinuncia al privilegio a nome di tutti i nostri parlamentari.
CON UNA LETTERA INDIRIZZATA AI PRESIDENTI DELLE DUE CAMERE, LAURA BOLDRINI E PIERO GRASSO, CHIEDIAMO DI PRENDERE ATTO DELLA NOSTRA VOLONTÀ E DI TROVARE IL MODO CON CUI SI POSSA APPLICARE, A TUTTI I PORTAVOCE DEL MOVIMENTO, LA LEGGE FORNERO. ESATTAMENTE COME ACCADE FUORI DAI PALAZZI DORATI A TUTTI I CITTADINI ITALIANI. SIGNIFICA ANDARE IN PENSIONE ALLA STESSA ETÀ IN CUI CI VANNO TUTTI I CITTADINI NON PRIVILEGIATI.
Significa che i nostri portavoce dovranno continuare a lavorare per raggiungere la somma di contributi necessari ad accedere alla pensione. Esattamente come tutti gli altri. “Non si può fare” ci diranno, perché sono coscienti che non avrebbero più scampo. Perché se lo può fare un portavoce del MoVimento, perché non lo possono fare anche gli onorevoli dei partiti? Ma tante volte ci siamo sentiti dire questa frase. Non si poteva fare di tagliarsi gli stipendi. Non si poteva fare di tagliare nettamente le spese degli affitti passivi di Montecitorio. Non si poteva fare di restituire le eccedenze delle diarie per il fondo del microcredito alle imprese. E invece si può fare, eccome. Perché quando c’è da mettere la tagliola per regalare 7,5 miliardi a Bankitalia allora vale l’autodichia. Quando c’è da applicare il “canguro” per impedire il dibattito in Senato, allora vale l’autodichia. E allora se vale per tutti questi casi, deve valere anche quando si decide di rinunciare a un ingiusto privilegio. Oggi è l’armageddon dei partiti, non avrete scampo.

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