Panettone e Pandoro, un felice tripudio di calorie!

Panettone e Pandoro non devono mai mancare sotto l’Albero, altrimenti che Natale è? Ma i più golosi non si accontentano di degustarlo soltanto a Natale e ne fanno incetta prima, durante e dopo le feste, per poterselo gustare tutto l’anno o quasi.

Ma il dietologo ammonisce: Attenti a quei due!

In media, 100 grammi di panettone classico contengono 360Kcal e 10-12% di grassi, contro le 390Kcal del pandoro e 18-20% di grassi. Nelle varianti farcite l’apporto calorico sale vertiginosamente, ad esempio il pandoro ricoperto di cioccolato raggiunge 450 calorie e di conseguenza salgono anche i grassi.
Basti pensare che una sola fetta di panettone copre circa il 19% del fabbisogno calorico giornaliero, mentre per un pandoro si arriva anche al 22%.

Il panettone per essere definito tale in etichetta deve contenere farina di frumento, uova di gallina di categoria A (fresche e non pastorizzate), burro in quantità minima pari al 16% del peso, zucchero, uvetta e scorza candita di arancia e cedro (uvetta e canditi possono mancare ma deve essere specificato in etichetta) non inferiore al 20%, lievito naturale costituito da pasta acida e sale.

Il pandoro, invece, ha come ingredienti obbligatori: farina di frumento, uova di gallina di categoria A non inferiori al 4%, burro in quantità minima pari al 20% del peso, zucchero, lievito naturale costituito da pasta acida, aromi di vaniglia o vanillina, sale e…. giù sotto una nevicata di zucchero a velo.

Entrambi, prima di finire ‘affettati’, devono passare per una lunga preparazione: sette ore per preparare l’impasto, dodici ore di lievitazione naturale e altre sei ore di cottura in forno e raffreddamento.
I produttori possono aggiungere all’impasto alcuni ingredienti facoltativi: latte e derivati, miele, malto, burro di cacao, altri lieviti naturali, aromi naturali e come conservanti solo l’acido sorbico e il sorbato di potassio.

Insomma, buon panettone e buon pandoro a tutti, perchè almeno per le feste va bene concedersi qualche piacere goloso, ma senza esagerare.

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4 Responses

  1. ELEONORA ha detto:

    Le aziende farmaceutiche distributrici dei vaccini anti-Covid hanno espresso preoccupazione riguardo la distribuzione delle dosi a migranti provenienti da Paesi con i quali non vi siano accordi sugli indennizzi in caso di effetti collaterali. Tutti i Paesi con i quali le bigpharma hanno stipulato contratti per la fornitura di vaccini prevedono clausole che sollevano l’azienda produttrice da ogni causa legale da parte di vittime di eventuali eventi avversi, e le multinazionali temono che vaccinando persone che hanno la cittadinanza di stati con i quali non vi è un accordo legale, queste potrebbero avere ragioni legali a rivalersi verso le aziende stesse. Un rischio che Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson e Astrazeneca non intendono correre in nessun modo, stando a quanto rivelato un’inchiesta pubblicata dall’agenzia Reuters, che ha analizzato i documenti interni di Gavi, ente di cooperazione mondiale che si occupa della distribuzione dei vaccini nei Paesi svantaggiati. Per questa ragione, milioni di profughi all’interno dei centri di accoglienza in tutto il mondo resterebbero esclusi dal programma vaccinale.

    Che le aziende farmaceutiche tendessero a fare tutto il possibile per salvaguardarsi finanziariamente e legalmente era già stato reso evidente con la pubblicazione di alcuni dei contratti stipulati con i singoli Stati. In fondo la sanità per esse è innanzitutto un business e la prima regola è sempre la stessa che vale in ogni settore del capitalismo: minimizzare i rischi, massimizzare i profitti. Nemmeno il Covax, il programma internazionale che mira a garantire un equo diritto all’immunizzazione nei Paesi svantaggiati, è esente da tali misure.

    Le grandi aziende farmaceutiche richiedono infatti il pagamento di un indennizzo da parte dei governi con i quali vengono stipulati i contratti per i vaccini, con il fine di poter disporre di una copertura finanziaria in caso di azioni legali per gli effetti avversi. Quando questo non sia possibile, come nel caso di Paesi con governi instabili – specifica l’inchiesta della Reuters – a meno che le ONG non siano disposte a pagare per intero le eventuali spese legali, i vaccini potrebbero non essere resi disponibili.

    In questo modo, milioni di profughi stipati in strutture di accoglienza in tutto il mondo molto probabilmente non avranno accesso al vaccino. D’altro canto, proprio per questi timori legali, sono meno di due milioni le dosi di vaccino consegnate sino ad ora al programma Covax. Questo dovrebbe costituire una sorta di “cuscinetto umanitario” al quale, in caso le ONG non possano supportare le spese legali, si può attingere solo se i distributori di vaccini accettano le responsabilità legali. Stando ai documenti forniti da Gavi, le aziende che hanno deciso di sostenere tale rischio forniscono meno di un terzo della dose totale dei vaccini al programma. I due terzi provengono da Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca, le quali hanno rifiutato di rilasciare commenti.

    La riluttanza delle Big Pharma di assumersi i rischi legali costituisce un grosso ostacolo per l’approvvigionamento di dosi da parte di Covax e quindi un’equa distribuzione di vaccini nel mondo. La IFPMA, la Federazione internazionale dei produttori e delle associazioni farmaceutiche, ha cercato di aggirare la polemica affermando che nessuna azienda farmaceutica si è rifiutata di “prendere in considerazione il rischio legale”, ma che non fosse possibile farlo, nel caso dei vaccini assegnati a Covax, senza una previa conoscenza di come e dove i vaccini sarebbero stati usati. Operazione assai difficile da portare a termine se si parla della distribuzione di vaccini nei campi profughi. In una dichiarazione rilasciata a Reuters, l’IFPMA afferma che un aumento delle cause legali potrebbe condurre al rischio che “la sicurezza e l’efficacia del vaccino siano pubblicamente messe in discussione“. Una questione di soldi e di immagine quindi, prima che di contenimento dell’emergenza sanitaria.

  2. Barbara ha detto:

    “Non capisco perché il governo non metta nero su bianco che è pronto a indennizzare di fronte a eventuali cause avverse”: Giorgia Meloni ha affrontato la questione vaccino in un’intervista con La Stampa. La leader di FdI, nello specifico, ha spiegato che “un atto del genere sarebbe il modo più efficace per tranquillizzare persone preoccupate. Devi dire che credi in quello che stai facendo, altrimenti sei tu che fomenti i No vax, non l’opposizione”. Poi ha ribadito di essere favorevole all’immunizzazione, ma allo stesso tempo ha detto che il vaccino da solo non basta a contrastare il Covid. È stata fatta moltissima confusione, il governo ha dato informazioni sbagliate che hanno portato a comportamenti imprudenti”, ha proseguito la leader dell’opposizione, inserendo tra i comportamenti sbagliati dell’esecutivo anche il tipo di comunicazione utilizzato: “Quando Draghi si presentò alla conferenza stampa sul primo Green Pass dicendo che con quello le persone che entravano in un posto avevano la certezza di non contagiarsi, dava un’informazione errata. Così come ha sbagliato quando ha esteso la durata del Green Pass da 9 a 12 mesi e io chiedevo scusate, ma sulla base di quali evidenze?”.

  3. Ginetta ha detto:

    Parigi. Londra. Vienna. Amburgo e molte altre città europee. È qui in questo momento che stanno avendo proteste incessanti contro la disumana società del coronavirus. Il mondialismo ha tentato principalmente di portare avanti il piano del Grande Reset in Europa Occidentale. Ora gli europei stanno già formando di affatto un’alleanza per liberare il continente dalla morsa totalitaria del Nuovo Ordine Mondiale. Più i popoli si uniscono e non retrocedono in questa lotta per la libertà e la dignità umana, più si accorcia la vita della società autoritaria globale.
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  4. Anonimo ha detto:

    Stamane si è diffuso il panico tra i media di regime perché in calce al testo del cosiddetto PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, è apparsa questa scritta.

    “Visto che nessuno dei ministri si è vergognato a firmare una simile legge, noi ci vergogniamo di pubblicare l’Allegato e ci limitiamo a pubblicare il testo coordinato (già più che sufficiente a provocare ulcere gastriche nei lettori).”

    Questa nota è comparsa sul sito ufficiale del ministero dei Trasporti attualmente guidato da Enrico Giovannini, uno degli uomini del regime di Draghi con una lunga carriera nelle istituzioni globaliste, tra le quali il Club di Roma della famiglia Rockefeller. I media si stanno adoperando disperatamente per cercare di risalire alla identità di chi ha scritto questo messaggio. Questo vuol dire che i nostri alleati sono ovunque. Sono in polizia. Sono nei carabinieri. Sono nei servizi. Sono nei ministeri. E questo che probabilmente inizia a fare paura al regime di Draghi. Hanno paura perché il dissenso contro la dittatura si sta estendendo in ogni singolo apparato dello Stato.

    https://www.affaritaliani.it/politica/pnrr-clamorosa-nota-nel-documento-mit-ci-vergogniamo-di-questo-decreto-771920.html
    Affaritaliani.it
    Pnrr, clamorosa nota nel documento Mit: “Ci vergogniamo di questo decreto”
    L’autore andrebbe cercato all’interno degli uffici dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Ma il giallo resta

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