Lettera aperta a Maurizio Landini.
di Yvan Rettore. Vorrei iniziare questa mia citando due fatti di singolare analogia con quanto accaduto di recente nel nostro Paese.
Primo fatto:
Nella notte fra il 24 e il 25 gennaio del 1921, a Bologna, le camicie nere diedero l’assalto alla sede della Camera Confederale del Lavoro in via D’Azeglio, incendiarono la Cooperativa Tipografica, che stampa il settimanale “La Squilla” e saccheggiarono la sede dell’Unione Socialista e gli uffici delle leghe.
La squadra fascista guidata Dino Grandi impedì ai vigili del fuoco di spegnere gli incendi.
La polizia, pur presente in forze, non intervenne.
Secondo fatto:
Dal 1938, la mancanza di iscrizione al Partito Nazionale Fascista comportava l’impossibilità di accesso al lavoro e pesanti sanzioni per tutti gli imprenditori che decidessero di assumere un dipendente che ne era sprovvisto.
Detto questo e pur condannando integralmente quanto avvenuto ieri nella sede del vostro sindacato, vorrei sottolineare quanto segue:
– Prima di etichettare come “assalto squadrista” un comportamento violento come quello subito dalla sede della CGIL, bisognerebbe sapere di cosa si sta parlando. So bene che è più facile e una consuetudine ormai dilagante nella nostra società etichettare di continuo gli avversari, ma sarebbe meglio operare i giusti distinguo. Personalmente ritengo che si sia trattato soprattutto di semplici esaltati e forse, non è da escludere, che fra di loro vi fossero anche degli agenti infiltrati utili per discreditare il movimento “No Green Pass” volendo presentarlo come una pericolosa entità emergente di Estrema Destra. Spetterà comunque agli inquirenti far luce su questo aspetto della vicenda. In analogia con quanto accadde nel 1921, vorrei farle però notare che gli autori della devastazione non presentavano alcun segno di riconoscimento (e nemmeno li hanno esternati, cosa alquanto strana) con una qualsiasi formazione politica eversiva, che rappresentavano un pulviscolo fra i partecipanti alla manifestazione e che la polizia ha inizialmente cercato di respingere gli occupanti. E se fossero stati davvero come gli squadristi degli anni ’20, sicuramente la sede del vostro sindacato sarebbe stata incendiata e diversi sindacalisti sarebbero finiti all’ospedale. Quindi se proprio intende etichettare qualcuno, Signor Landini, bisogna farlo con delle prove inconfutabili in mano, evitando di alludere al movimento “No Green Pass” come se fosse un’entità che ha da spartire qualcosa con i nostalgici del Ventennio.
– Risulta piuttosto palese che vi siano delle analogie preoccupanti tra l’obbligo, stabilito dalla legislazione fascista, di essere iscritto al PNF per poter accedere al posto di lavoro e il “lasciapassare sanitario” (vera definizione del “Super Green Pass”) che vincola tale accesso al fatto di dover essere vaccinati. Una violazione lampante del diritto al lavoro partendo dalla nostra Costituzione repubblicana (a cominciare dall’art. 1) fino ai trattati internazionali attualmente in vigore. E il vostro sindacato invece di difendere questo diritto sacrosanto, essenziale alla vita e alla dignità di ogni individuo, cos’ha fatto? Niente! Ha avvallato senza nessuna reazione, né obiezione la posizione assunta dal governo. E quindi non si sorprenda, Signor Landini, se vi è adesso così tanto astio (crescente) nei confronti del sindacato che lei dirige.
Ritornando agli eventi di ieri, trovo singolare che nessun negozio sia stato devastato e che le forze dell’ordine abbiano agito ricorrendo in più di un’occasione all’uso della forza in modo sproporzionato ed ingiustificato contro manifestanti (in cui figuravano anche persone anziane e bambini) che in stragrandissima maggioranza erano composte da individui assolutamente innocui e pacifici.
Ovviamente, non c’è stata nessuna reazione di condanna da parte sua, né da parte dei politici e ancor meno del Mainstream nei confronti di tali azioni di violenza gratuita.
Sempre che riusciate a cogliere questa differenza fondamentale, altrimenti sarebbe forse il caso che rivedeste la vostra conoscenza del termine “democrazia”.
Fonte: https://yvanrettore.blogspot.com/2021/10/lettera-aperta-maurizio-landini.html
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