Ma perché dovremmo dare il voto ad una persona che di sicuro, se viene eletta, non va al Parlamento Europeo? Chiedere il voto e poi non fare l'europarlamentare è una presa in giro per quei pochi cittadini che ancora vanno a votare ed un assist al Primo Partito Italiano: L’ASTENSIONISMO!
la MELONI è una politica, NON E'UNA STATISTA. Questo lo si sapeva e come. Purtroppo in Italia da abbiamo solo…
VANNACCI dice quello che IO ed altri come me temono di dire: Un mondo al contrario, un'ITALIA allo sbando in…
Qualcuno parla del cambio Lira euro: 1936,27 LIRE X 1 EURO? Qualcuno parla del fatto che in Italia servirebbe la…
Mi sbaglierò... ma secondo me Vannacci ha avuto il coraggio di dire ciò che pensano in silenzio milioni di italiani,…
Tria sunt genera piritorum sinistrorum. Primo è, per dirla in parole semplici, la 'puzza sotto il naso', la convinzione di…
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Si ,grande Maradona grande calciatore,ma non da portare ad esempio come uomo per la sua vita competamente sregolata
In Italia fa più notizia l’addio ad un uomo sicuramente bravissimo a giocare al pallone ma davvero poco apprezzabile per mille cose personali diventate pubbliche, piuttosto che l’addio a tante donne maltrattate, violentate, abusate. Oggi non sono la notizia più importante di questo pase… nonostante stamattina ne abbia perse altre due. Non so davvero che pensare.
Cruciani afferma all’indirizzo di Parenzo:
«Tu mi hai detto prima, molto chiaramente, fuori della trasmissione, ‘perché emozionarsi così tanto con la morte di una singola persona, muoiono seicento, settecento, ottocento persone al giorno, le persone si stracciano le vesti perché muoiono settecento, ottocento persone e adesso c’è il lutto nazionale. Sai che in Argentina hanno fatto tre giorni di lutto nazionale – me lo hai detto tu – era un cocainomane – me lo hai detto tu – non si può piangere un cocainomane».
Parenzo ha risposto «non l’ho mai detto»
Cruciani ha insistito: «mi hai detto che era anche uno che ha distrutto la sua vita, non era un esempio, lo hai detto tu».
Le sue ultime immagini sono raccapriccianti dal punto di vista umano, e lo dico con commozione. Era un essere sfatto dalle sue abitudini. E d’improvviso lo facciamo santo? Ma no, ma no. Era un grandissimo atleta, un figlio del secolo, drammatico e contraddittorio.
Claudio Gentile, quel 29 giugno 1982, giorno di Italia-Argentina al Mondiale di Spagna doveva marcare Diego Armando Maradona: “Non credevo di dover marcare io Maradona ero convinto che mi sarebbe toccato Mario Kempes, come quattro anni prima al Campionato del Mondo ’78. Poi, due sere prima della gara, entrò nella mia stanza Bearzot e mi chiese se me la sentivo di marcare Diego, gli risposi che non ci sarebbero stati problemi”, racconta Gentile.
“Capii subito che se lo avessi fatto girare sarebbe diventato imprendibile. Io gli stavo attaccato pure quando l’azione era lontanissima da noi, lui mi insultava in argentino”.
Alla fine, il Pibe de Oro uscì dal campo sconfitto e nervoso. “Anche se la partita era finita, continuavo a non staccarmi da lui, ma a quel punto era solo per stringergli la mano e mettere da parte tutte le pessime cose che succedono in campo tra avversari. Gli chiesi di scambiare le maglie, come avrei fatto successivamente con Zico dopo il Brasile. Ma lui disse no, fu un gesto che mi colpi molto, ci rimasi male. Per me le partite terminavano al fischio dell’arbitro, poi si finiva di essere avversari e si tornava ad essere colleghi. Oggi sono triste perché il calcio ha perso il miglior giocatore della sua storia, sull’uomo, però, sinceramente, mi restano tanti dubbi”, conclude l’ex calciatore.
Grande nel calcio. Piccolo, Piccolo nella vita.
…ci mancherai, comunque!
Muore Diego Armando Maradona, eletto nel 2000 miglior giocatore al mondo da un sondaggio indetto dalla FIFA, totalizzando circa il 53,6% delle preferenze. Ha militato in diverse squadre, ma il suo cuore è diviso tra il Boca Juniors e Napoli, tifoserie per cui Diego resterà un idolo, un’icona calcistica indimenticabile.
Aveva da poco compiuto sessant’anni. La notizia da poco comparsa sui giornali di tutto il mondo mi ha colpito moltissimo perché il calcio é una mia passione che resiste a tutte le brutture che negli ultimi anni sono cadute addosso a questo mondo sportivo. Negli ultimi tempi non si può andare neanche allo stadio a causa del Coronavirus, occorre accontentarsi del surrogato televisivo.
Un lutto enorme per chi ama il calcio. Una sensazione amarissima per la scomparsa di un uomo del suo tempo, umanissimo, ma irregolare.