“#UnoStadioFattoBene”!? Nove arresti per il nuovo stadio della Roma.
Non c’è pace per la ‘giunta-Raggi’
che resta ancora oggi, a distanza di oltre due anni dalla sua salita in Campidoglio, un’incognita per i romani che aspettano e sperano che la città a guida 5stelle finalmente ‘rinasca’ da buche, cumuli d’immondizia, inefficienze, tangenti e malaffare. Ma, Virginia Raggi, rimane soprattutto una vera spina nel fianco per il neonato ‘Governo del cambiamento’. Qui a Roma, infatti, non è cambiato proprio niente. È tutto tremendamente fermo, ad eccezione dei Carabinieri che sono corsi ad arrestare nove persone nell’ambito di un’indagine, coordinata dalla Procura di Roma, su un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma. Sei persone sono finite in carcere e tre ai domiciliari. Gli arresti aggiungono guai al già travagliato percorso affrontato dalla sindaca Virginia Raggi per realizzare lo stadio di Tor di Valle. Il progetto ha contro i residenti della zona, preoccupati per la congestione della viabilità, gli ambientalisti che gridano all’ecomostro, lo stesso ex assessore all’urbanistica del MoVimento capitolino, Paolo Berdini, che ha chiesto di fermare la realizzazione dello stadio. La sindaca non molla, conferma di essersi messa al lavoro con il suo staff per rispondere alle eccezioni “nel merito, non perdiamo tempo”. Si punta a far partire i lavori entro il 2018. “Lo stadio a Tor di Valle è sempre più vicino” ha twittato il 12 giugno la Raggi, “stiamo lavorando senza sosta per accorciare i tempi”, “#UnoStadioFattoBene, un progetto unico, innovativo, moderno e rispettoso dell’ambiente perché ecosostenibile ma al tempo stesso tecnologicamente all’avanguardia”. Così scriveva su Facebook la sindaca di Roma, nemmeno 24 ore prima dei nove arresti.
che resta ancora oggi, a distanza di oltre due anni dalla sua salita in Campidoglio, un’incognita per i romani che aspettano e sperano che la città a guida 5stelle finalmente ‘rinasca’ da buche, cumuli d’immondizia, inefficienze, tangenti e malaffare. Ma, Virginia Raggi, rimane soprattutto una vera spina nel fianco per il neonato ‘Governo del cambiamento’. Qui a Roma, infatti, non è cambiato proprio niente. È tutto tremendamente fermo, ad eccezione dei Carabinieri che sono corsi ad arrestare nove persone nell’ambito di un’indagine, coordinata dalla Procura di Roma, su un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma. Sei persone sono finite in carcere e tre ai domiciliari. Gli arresti aggiungono guai al già travagliato percorso affrontato dalla sindaca Virginia Raggi per realizzare lo stadio di Tor di Valle. Il progetto ha contro i residenti della zona, preoccupati per la congestione della viabilità, gli ambientalisti che gridano all’ecomostro, lo stesso ex assessore all’urbanistica del MoVimento capitolino, Paolo Berdini, che ha chiesto di fermare la realizzazione dello stadio. La sindaca non molla, conferma di essersi messa al lavoro con il suo staff per rispondere alle eccezioni “nel merito, non perdiamo tempo”. Si punta a far partire i lavori entro il 2018. “Lo stadio a Tor di Valle è sempre più vicino” ha twittato il 12 giugno la Raggi, “stiamo lavorando senza sosta per accorciare i tempi”, “#UnoStadioFattoBene, un progetto unico, innovativo, moderno e rispettoso dell’ambiente perché ecosostenibile ma al tempo stesso tecnologicamente all’avanguardia”. Così scriveva su Facebook la sindaca di Roma, nemmeno 24 ore prima dei nove arresti.
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