Un’Europa dove l’unione faccia la forza e non la debolezza dei suoi popoli!

Questa Europa così come è stata “unita” non va bene! Non va bene, almeno per noi italiani che ne abbiamo preso solo “il peggio” e lasciato “il meglio” agli altri stati membri. Una per tutte? L’infausto passaggio dalla Lira all’Euro che ci è costato la svalutazione del nostro lavoro, dei nostri prodotti, dei nostri risparmi, della nostra casa e della nostra stessa vita:
è stato un suicidio accettare di scambiare un euro con due mila lire, è stato un massacro introdurre nella nostra Costituzione il pareggio di bilancio! Il debito pubblico, la disoccupazione e la lenta agonia del ceto medio, con un impoverimento generale degli italiani, è un prezzo troppo alto da pagare a questa Ue.Occorre, invece, contrapporre all’Europa delle Banke, un’Europa dei popoli, forte non solo di una moneta unica ma soprattutto di una politica “unica” in termini di economia, ambiente, lavoro, welfare, immigrazione, difesa e sicurezza del Vecchio continente, dove un lavoratore tedesco abbia gli stessi diritti, doveri e dignità di quello italiano, dove un cittadino si senta protetto, tutelato e garantito da politiche economiche e sociali comuni e condivise, dove nessuno resti indietro schiacciato dai vincoli di bilancio e dall’austerity imposti da Bruxelles. Un’Europa dove l’unione faccia la forza e non la debolezza dei suoi popoli! La risposta che viene dal vertice di Versailles – dopo l’incontro sul futuro dell’Europa con il nostro Gentiloni, il presidente francese Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il capo del governo spagnolo Mariano Rajoy – è quella di una Europa a più velocità! I Paesi fondatori della Ue, Italia, Germania, Spagna e Francia, hanno “la responsabilità di tracciare la via” per l’Unione europea, ha detto Hollande prima della riunione con i capi di governo degli altri tre Paesi a Parigi. “Non vogliamo solo commemorare i Trattati di Roma, ma affermare insieme l’impegno per il futuro. Francia, Germania, Italia Spagna hanno la responsabilità di tracciare la strada, non per imporla agli altri ma per essere una forza al servizio dell’Europa che dà impulso agli altri”, ha spiegato Hollande aprendo il vertice a quattro di Versailles. Il presidente francese dice ‘no’ all’attuale status quo dell’Europa. “L’Europa che rinuncia alla sua dimensione politica sarebbe una regressione”, ha detto ancora Hollande nella dichiarazione a Versailles. L’Ue deve saper dimostrare “la solidarietà a 27, ma anche la capacità di avanzare a ritmi diversi” tra i diversi Paesi, ha detto ancora Hollande parlando di “nuove forme di cooperazione differenziata”. Secondo Hollande, “la prima priorità è di un’Europa sicura, è la prima domanda che ci fanno continuamente i cittadini, e questo presuppone un’Europa della difesa”. “Bisogna proteggere le nostre frontiere esterne per trattare degnamente la questione rifugiati”, per garantire “la libera circolazione” e continuare a combattere il terrorismo, ha detto Hollande. L’Europa è stata costruita sulla pace, “Versailles ne è uno dei simboli” ma “se ci fermiamo tutto quello che abbiamo costruito potrebbe crollare”: lo ha detto la cancelliera Angela Merkel nella conferenza di apertura del vertice a quattro di Versailles. “Abbiamo tutti l’obbligo di continuare la costruzione europea”, ha aggiunto la cancelliera. “Dobbiamo avere il coraggio di accettare che alcuni Paesi possano andare avanti più rapidamente di altri”, ha detto ancora Angela Merkel sottolineando che queste “cooperazioni diversificate” non saranno chiuse ma dovranno “restare aperte” a tutti i Paesi che vorranno aderirvi. “Abbiamo bisogno di un’Europa sociale, che guardi alla crescita e agli investimenti. Un’Europa in cui chi rimane indietro non consideri l’Ue come una fonte di difficoltà ma come una risposta alle proprie difficoltà. E non siamo ancora a questo livello”, ha detto Paolo Gentiloni a Versailles. E poi, tra l’altro – ha continuato “servono passi avanti nella difesa comune” per “proteggere la nostra sicurezza” sui cui Italia, Francia, Germania e Spagna sono d’accordo. Per Gentiloni “non solo i nostri Paesi, ma tutti i 27, devono fare delle scelte, dentro la cornice del Libro Bianco della Commissione Ue, senza le quali rischiamo di mettere in difficoltà il futuro stesso del progetto europeo”. Serve un’Unione europea “più integrata ma che possa consentire diversi livelli di integrazione – ha spiegato Gentiloni -. E’ giusto e normale che i Paesi possano avere ambizioni diverse e che a queste ambizioni ci siano risposte diverse, mantenendo il progetto comune”. Il 25 marzo, in occasione dei sessant’anni dei Trattati di Roma, “l’Unione riparte dal popolo europeo”, ha aggiunto il premier. Belle parole, come solo loro sanno dire, ma basterà un Europa a più velocità per farci uscire dal tunnel?

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