Terzo Polo: Renzi apre a Calenda, ma nella fattispecie… fidarsi è bene non fidarsi sarebbe meglio!

“Carlo Calenda e i suoi devono decidere se fare o no l’accordo con noi, se fare una lista unica. Noi siamo disponibili a stare in squadra perché il Terzo Polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni e solo con un Terzo Polo forte si potrà chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi”. Così ha detto Matteo Renzi, aprendo le porte del Terzo Polo a Carlo Calenda, dopo il ‘Patto-Letta-Calenda’ abortito nello stesso istante in cui nasceva.

Detto però, che ognuno è libero di fare e disfare come gli pare e piace, due cose andrebbero comunque tenute presenti:

  1. Fidarsi di Calenda dopo il patto non patto con il PD è come lasciare le chiavi del pollaio in mano alla volpe.
  2. Due caratteri molto simili come quelli di Renzi e Calenda difficilmente possono convivere sotto lo stesso tetto. I due hanno un unico comune denominatore che li annulla: una smisurata esaltazione del proprio ego (dalla famosa serie ‘io so io e voi non siete un c….). Insomma, sarebbe come mettere due galli nello stesso pollaio!

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2 Responses

  1. Wilfredo ha detto:

    Se questi sono i “partiti” tocca al popolo italiano trarre le conseguenze ed impedire che il morto tiri giù per le gambe il vivo, portandolo con se nella fossa. Insomma non possiamo lasciare a questi partiti la possibilità di trascinare nella loro sicura rovina valori fondamentali della Repubblica come le libertà individuali e collettive, la democrazia e la Costituzione. Comprendo la domanda: chi governerà senza partiti?

  2. Nello ha detto:

    Se non ci sono i cittadini non c’è “partito”. Infatti i partiti attuali, pur avendo qualche coloritura diversa, sono strumenti verticistici di potere che spingono la maggioranza dei cittadini ad astenersi dal voto e degradano i votanti a semplici elettori senza possibilità alcuna di influire sulla vita del partito e dello Stato. Traggono legittimità dalla loro presenza sui giornali e nelle televisioni, vivono di sondaggi e si piegano alle mode del momento. La conseguenze maggiormente visibili sono “movimenti populisti” e personaggi improvvisati che nascono per smuovere dal Parlamento i “lungo permanenti” per poi prenderne il posto. Niente a che vedere con i bisogni del popolo italiano

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