Se non arrivano i soldi da evasione e spending review, stangata di 847 euro l’anno a famiglia.

di Roberto Bosio. Il governo Renzi sta lavorando per evitare che le clausole di salvaguardia diventino realtà. Se non dovesse riuscire nel suo intento cosa accadrebbe? Gli aumenti di Iva e accise, secondo Adusbef e Federconsumatori, provocherebbero un aumento della pressione fiscale pari a 847 euro l’anno a famiglia. Secondo i calcoli dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori, il passaggio dell’Imposta sul valore aggiunto dal 10 al 12% nel 2016 provocherebbe
un salasso da 176 euro a famiglia. Altri 118 euro di aggravio fiscale sarebbero causati dall’aumento al 13% previsto nel 2017 e dall’aumento delle accise sui carburanti. Il pezzo forte sarebbe rappresentato dai 461 euro in più da pagare causati dal passaggio dell’Iva ordinaria dal 22 al 25,5%. A questi aumenti bisognerebbe poi aggiungere anche le ricadute indirette rappresentate dagli aumenti del gas e dell’elettricità causati dall’Iva, e dall’aumento dei costi di produzione causati dalla crescita delle accise sui carburanti. Tutti assieme rappresenterebbero un altro aumento delle spese per le famiglie italiane quantificabile in 87 euro all’anno. Secondo Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, gli oltre 800 euro sarebbero “un importo insostenibile, soprattutto in un momento delicato e difficile come quello che il Paese sta attraversando. Tale aggravio comporterebbe una ulteriore contrazione della domanda interna, con risvolti drammatici per l’intero sistema economico”. Alla voce delle associazioni consumatori si è aggiunta anche quella di Confcommercio: Apprezziamo sia i toni sia i contenuti delle recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio e di altri esponenti della maggioranza sulla necessità di evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia, come peraltro la Confcommercio chiede da tempo al governo e che, a partire dal 2016, innalzerebbero l’Iva con costi per le famiglie pari a oltre 54 miliardi nel triennio 2016-2018″. Soltanto nel prossimo anno le tasse potrebbero crescere di quasi 13 miliardi di euro, per questo “è bene acquisire e diffondere la consapevolezza che un tale evento cancellerebbe le già complicate chance di ripresa dei consumi e dell’economia nel complesso. Purtroppo le parole non bastano a disinnescare il pericolo e, pertanto, è necessario da subito reperire risorse adeguate attraverso un’accelerazione della spending review, disegnata dai tecnici ma attuata dalla politica, la quale deve assumersi, con coraggio, la piena responsabilità di spezzare il circolo vizioso tra più spesa e più tasse”.

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