Rinnovo contrattuale degli statali: le solite briciole!

Due anni fa la sentenza della Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimo il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, attuato in nome dell’emergenza finanziaria dai governi che si sono succeduti dal 2010 in poi. Ma adesso, dopo il recente via libera del governo alla riforma della Pa che ha approvato il decreto legislativo che introduce modifiche e integrazioni al ‘Testo unico del pubblico impiego’, non ci sono più scuse per procedere al rinnovo contrattuale
di circa tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici. Tra le novità del “Testo unico”, le nuove norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, per accelerare e rendere effettiva l’azione disciplinare; il polo unico Inps per le visite fiscali; le modifiche alla valutazione delle performance dei dipendenti per ottimizzare la produttività del lavoro pubblico e di garantire efficienza e trasparenza della Pa con l’introduzione della cosiddettapagella’ del pubblico dipendente: lo statale “bocciato” per tre anni di fila sarà licenziato! Ma parliamo di contratto e di soldi. A far arrivare quei famigerati 85 euro lordi medi al mese nelle buste paga degli statali ci sarebbe il problema dell’altrettanto famigerato bonus degli 80euro di renziana memoria. Infatti, l’aumento andrebbe di fatto a compensare il bonus ed in busta paga finirebbe solo il saldo tra gli 85 euro del rinnovo e gli 80 euro di bonus per chi già li ha intascati. Questo l’orientamento del governo, mentre i sindacati chiedono il rinnovo contrattuale in toto e per tutti a prescindere dal bonus (80 + 85). E’ una trattativa comunque al ribasso, triste e mortificante per i lavoratori pubblici, per i quali si parla sempre di ‘briciole’, dacchè, dopo il passaggio dalla Lira all’Euro e con il caro vita in continua ascesa, la cifra che manca alle buste paga degli statali, conti alla mano, sarebbe all’incirca di almeno 800 euro netti al mese, altro che 85euro e pure lordi! Se non altro per restare al passo con le retribuzioni dell’Eurozona!

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