Pubblica Amministrazione, smart working prorogato solo per i fragili.

Lavorare in presenza tre giorni su cinque e gli altri due da casa è un sogno che potrebbe presto interrompersi per i dipendenti pubblici. Il 30 giugno, infatti, scade la proroga dello smart working e c’è la possibilità che il lavoro agile venga prorogato dopo il 30 giugno solo per i lavoratori dipendenti privati fragili.

A ufficializzarlo è il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo: “Non siamo più in pandemia, per cui non credo ci sia più l’urgenza di intervenire sui genitori con figli under 14. Auspico invece continui ad esserci la giusta attenzione nei confronti dei fragili“.

La norma valida sempre fino a fine giugno, come già detto, riguarda, oltre che i lavoratori fragili anche i lavoratori che al momento si trovano con uno o più figli a carico, e che dunque a semplice richiesta possono ottenere di lavorare da remoto. Ma a patto che i figli da accudire abbiano un’età inferiore ai 14 anni. Il beneficio però è valido solamente per i dipendenti del settore privato. E solo se anche l’altro genitore risulti occupato.

Sono esclusi invece i lavoratori del settore pubblico. Infatti, l’ultimo contratto degli statali ha regolato il lavoro agile, dando una precedenza alle famiglie con figli piccoli. Nessuna differenza c’è invece tra pubblico e privato per quanto riguarda i lavoratori fragili. In entrambi in casi vale la regola dello smart working obbligatorio.

“Ho sempre sostenuto – ha continuato il ministro – che il lavoro agile rappresenti un importante strumento e non vedo perché non possa essere in grado di funzionare anche nella Pa. Per evitare il racconto del lavoro agile come una sorta di semi-vacanza, serve però una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, in grado di rendere losmart working pienamente efficace, per non pregiudicare i servizi erogati a cittadini e imprese”.

L’ostacolo da superare per la proroga del lavoro agile per i fragili è quello dei costi. Che non sono bassi. Secondo i conteggi della Ragioneria servirebbero una trentina di milioni. La quota maggiore di questi soldi servirebbe a coprire i ‘buchi’ del comparto della scuola. Ogni professore ‘fragile’ lasciato a casa, ha bisogno di un sostituto che vada in classe. Lo Stato, insomma, dovrebbe pagare due stipendi.

Comunque sia, il governo sembra intenzionato ad andare avanti. “Non c’è nessuna preclusione a valutare la proroga”, fanno sapere fonti del ministero del Lavoro. E anche il ministro della Pubblica amministrazione ha auspicato che “continui ad esserci la giusta attenzione nei confronti dei fragili”.

Un lavoratore che ha delle patologie, le ha sia con la pandemia che senza la pandemia!

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