Pietro Grasso: l’unica novità nel panorama politico nazionale.

di Gerardo Lisco. Quando si parla di novità politica dobbiamo intenderci in primo luogo sul suo significato. Corbyn nel Regno Unito e Sanders negli USA, da anni cavalcano la scena politica dei rispettivi Paesi ma non per questo non sono una novità.
Se vogliamo dirla tutta e fino in fondo perfino Trump, pur se per ragioni opposte a quelle di Grasso, Corbyn e Saders, è una novità. La novità non è nell’età anagrafica, ma nella proposta politica e nel modo in cui la si vuole rappresentare in un contesto, come quello attuale, egemonizzato dal pensiero unico neoliberista e dal leaderismo senza partiti; che ha ridotto la politica a sola competizione tra interessi organizzati nell’ambito dello stesso unico modello dominante, quello rappresentato dall’ideologia del mercato e dell’individualismo sfrenato e per molti versi esasperante ed esasperato.
La novità è in una nuova radicalità della politica che si pone come fine quello di ribaltare il pensiero unico dominante proponendo una fuoriuscita dalla crisi in chiave Democratica e Sociale in alternativa a quella rappresentata dal radicalismo di Trump, Marine Le Pen, Sebastian Kurz, Christian Lindner, Salvini. Il Presidente Pietro Grasso ha perfettamente capito il tema e non è un caso che nel suo discorso abbia sostenuto che “Serve la rivoluzione della generosità, della solidarietà economica politica e sociale”. Nel suo intervento a partire da fisco, sanità, istruzione, ruolo dello Stato, investimenti, uguaglianza, redistribuzione della ricchezza, ecc. declina la sua visione in tal senso richiamando, a conclusione del suo ragionamento, l’art. 3 della Costituzione.
Il periodo compreso tra l’11 settembre 1973 – “Colpo di Stato in Chile” – e il 15 settembre 2008 – crisi finanziaria rappresentata dai subprime simbolizzata dal fallimento dalla Lehman Brothers – si chiude il ciclo storico dominato dal pensiero unico neoliberista. Dal 2008 in poi i tentativi che si sono succeduti per uscire dalla crisi sono stati tutti all’insegna delle politiche di austerità miranti alla riduzione del debito e del deficit pubblico, all’insegna della moderazione salariale, della riduzione della pressione fiscale a favore delle fasce di reddito più alte, all’insegna della privatizzazione e della creazione di mercati, come ad esempio quelli dei beni pubblici e dei diritti sociali come sanità e pensioni, che altrimenti non avrebbero avuto ragione di esistere. Insomma politiche economiche che hanno finito solo con l’alimentare disuguaglianza sociale, impoverimento della working class, indebolimento della Democrazia, emersione del radicalismo della destra nazionalpopulista.
Politiche che nelle intenzioni dei Governi avrebbero dovuto favorire la ripresa. I dati Istat ci dicono che il 30% gli Italiani è povero, che il Mezzogiorno è sempre più escluso da politiche di crescita e di sviluppo e con esso la Basilicata che, con l’aggravante di alcune sue specificità, ne è parte integrante; ma le proposte politiche che vengono da Renzi, Berlusconi e lo stesso Salvini sono fondamentalmente le stesse. Riguardano tutte la leva fiscale, cioè sono diverse visioni di Flat tax e ripropongono quanto sta facendo Trump negli USA e cioè continuare a togliere ai poveri per dare alle fasce sociali e ai territori più ricchi sperando che questi si muovano a compassione e lascino “sgocciolare” qualche briciolo della loro ricchezza verso i territori e le fasce sociali sempre più escluse e sempre più spinte verso il basso.
Pietro Grasso e “Liberi e Uguali” rappresentano l’unica vera novità perché, oggi all’appuntamento con la Storia e con una possibile uscita dalla Crisi che potrebbe avere effetti tremendi in termini sia sociali che di tenuta delle istituzioni democratiche, propongono un programma politico in cui uguaglianza e giustizia sociale sono le idee guida. Richiamo a titolo di esempio alcuni passi del suo intervento come il rinvio all’art.53 della Costituzione sulla progressività fiscale. Dati Eurispes 2016, l’evasione, l’elusione e il sommerso ammontano a 540 miliardi di euro, ossia un quarto del PIL. Sarebbe sufficiente recuperare il 5% per avere una disponibilità di risorse tale da garantire una manovra finanziaria di gran lunga superiore a quella in corso di approvazione. Sarebbe sufficiente intervenire razionalizzando il sistema fiscale redistribuendo equamente costi e benefici tra classe sociali e territori per far si che l’uguaglianza tra persone non sia una questione formale ma di sostanza. Regioni come la Basilicata si stanno spopolando, ogni anno dall’Italia non solo esportiamo capitale umano ma anche risorse finanziarie.
Ogni anno per mantenere i nostri giovani all’estero spendiamo 4,5 miliardi di euro. Le priorità sono note, ampiamente note: lavoro, lavoro, lavoro, giustizia sociale ed uguaglianza. Non serve solo ricordarle occorre declinarle all’insegna di una nuova radicalità. Inoltre Grasso propone una nuova visione della politica: basta con il leaderismo, con gli “Unti del Signore”, serve una politica che deve essere lavoro di squadra, di massa, di militanza politica. Pietro Grasso e “Liberi e Uguali” anche da questo punto di vista rappresentano la vera e unica novità in un quadro politico fatto di proprietari dei simboli e di organizzazioni politiche ridotte ormai a fatti personali e relazioni di tipo feudale.

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