Pensioni e Vitalizi. Se per disinnescare la ‘bomba del contributivo-secco’ occorre partire dai ‘vitalizi’ che partano pure!

Il problema dell’Italia non sono i ‘vitalizi’ dei parlamentari, ma la disoccupazione, l’immigrazione, la scuola, la giustizia, l’ambiente, le tasse, il costo del lavoro, le pensioni, insomma, la vita di tutti i giorni.

Ma per tornare ai ‘vitalizi’, va detto che ad oggi il ‘sistema contributivo’ è stato applicato anche alle pensioni degli onorevoli. Quello sui cui si dibatte sono i ‘vitalizi-pregressi’, ovvero quelle rendite di cui godono i parlamentari di ieri che, con appena qualche giorno di legislatura, portano a casa un assegno che un normale lavoratore italiano non riesce ad incassare neppure dopo i famigerati ’67 anni più speranza di vita’. Ora rivedere il malcostume del ‘vitalizio d’annata’ e un obbligo morale della politica, che però, qualora venisse praticato, non si tradurrà in nessun beneficio per i cittadini. Invece, un riordino del sistema previdenziale italiano più in generale – dopo la “bomba del contributivo-secco” – a questo punto si rende urgente e indispensabile per garantire una vecchiaia serena a chi ha versato 40 anni di contributi nelle casse dell’Inps e si vedrà liquidare la pratica con una pensione non molto dissimile a quella sociale! È impensabile che un ‘padre’, a parità di requisiti, gode di una pensione di 1.500 euro al mese (retributivo) e che suo ‘figlio’ andrà in quiescenza con 800 euro al mese (contributivo)! È qui che occorre intervenire. Se poi per farlo è necessario partire dai ‘vitalizi-pregressi’ che si sbrighino a… partire!

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