Paura di volare e… di vaccinarsi.

di Luca Anedda. Durante l’imbarco ho sempre cercato di dare personalmente il benvenuto a bordo ai passeggeri che avevano scelto di volare con la Compagnia. Un gesto di rispetto verso chi aveva scelto di affidarsi a noi, ma anche un controllo preventivo di sicurezza su chi avrei ospitato sul mio volo. Oltre ai consueti auspici di benvenuto a bordo, non era infrequente ricevere domande di vario genere: “Comandante siamo sicuri?” “. “Ci sarà turbolenza?”. Oppure molto più candidamente: “Guardi, io ho paura. Anzi sono proprio terrorizzato!”

Il più delle volte era sufficiente affidare il passeggero alle cure del Responsabile di cabina per attenuare il problema e poter decollare senza ritardi. Rari i casi di ripensamento che invece spesso si verificavano allorquando a seguito di qualche piccolo inconveniente tecnico, il volo subiva un ritardo alla partenza; ed allora il già poco fiducioso cliente decideva di rimandare il suo viaggio; forse il suo oroscopo gli aveva consigliato di evitare le situazioni con imprevisti. Oppure il suo sesto senso gli aveva suggerito altrimenti. Circostanza questa che comunque causava un ulteriore ritardo poiché era necessario sbarcare anche il suo bagaglio, che ci si poteva scommettere, era seppellito in stiva sotto tutti gli altri. 

Anche oggi durante piacevoli cene conviviali, una volta scoperta la mia professione, mi vengono rivolte domande di vario genere; il repertorio è piuttosto vario e spazia da come sia possibile atterrare quando c’è la nebbia, ai sempre verdi e famosi “vuoti d’aria” ma anche alle più recenti “scie chimiche”. Teoria questa ormai ben consolidata secondo la quale alcuni aerei di linea verrebbero caricati con un particolare liquido chimico che verrebbe spruzzato sui territori sorvolati, meglio se densamente popolati, allo scopo di modificare in qualche modo l’esistenza degli ignari cittadini sottostanti. 

Contro la paura del volo vi sono vari rimedi, tra cui un corso ad hoc fatto da molte Compagnie che attraverso un percorso guidato da varie figure professionali, porta il passeggero a superare questa difficoltà. Il corso è ottimo ed ha dato negli anni risultati molto positivi, consentendo ai frequentatori di vincere questa battaglia. Un piccolo aneddoto in merito; prima del decollo da Linate per Roma, fui informato dallo scalo che avrei ospitato a bordo un gruppo di circa 20 frequentatori del corso “Voglia di Volare” che con questo volo avrebbero completato il loro percorso di affrancamento dalla paura. Ebbene, capitò che appena cominciata la corsa di decollo si accese una spia che mi segnalava un piccolo inconveniente e in seguito al quale decisi di interrompere il decollo e rientrare al parcheggio per richiedere un intervento tecnico. Evento decisamente non frequente che ironia della sorte si verificò proprio quel giorno con quei passeggeri “speciali” a bordo. Eppure, quella volta, nessuno scese e tutti raggiunsero la destinazione finale prevista.

Ma, ormai tutti prendono l’aeroplano: alcuni con piena fiducia, altri con un certo timore, ma con la consapevolezza che il sistema è controllato, certificato, monitorizzato ed offre tutte le garanzie di sicurezza possibili. Il 100%? No, non c’è attività umana che possa offrire tale percentuale di sicurezza. Nel 2017, l’anno più sicuro della storia dell’aviazione commerciale, si sono registrati 50 decessi a seguito di 5 incidenti fatali. L’anno seguente il numero di decessi è salito a 514 a causa di 11 incidenti. Parliamo di un rateo di eventi pari a 2.4 casi per milione di decolli, e considerando che sono 4,5 miliardi i passeggeri trasportati in un anno, si capisce come l’aviazione commerciale sia il mezzo più sicuro per muoversi.

– AMMARAGGIO –

Ma per i vaccini la storia, non si sa perché, cambia. A fronte di 5 milioni di morti per Covid nel mondo (per l’esattezza 5.120.712, dati ministero della Salute) ed a fronte di 7 miliardi di dosi somministrate e 3,3 miliardi di persone con vaccinazione completa (dati: Our World in Data), i decessi correlabili al vaccino sono dalle 2 alle 5 persone per milione di vaccinati(dati USA CDC), un record di sicurezza di tutto rispetto, considerando che il vaccino insieme alla segregazione è l’unica arma efficace nei confronti di questa pandemia. Ma qui la paura porta ad alzare il tiro. Si vuole indagare fino al più piccolo pezzettino di DNA coinvolto nel processo, si tirano in ballo questioni genetiche di cui non si conosce nemmeno l’abc. Si pretende di valutare e dare i voti a processi scientifici di una tale complessità, e che spesso sono l’ultima frontiera della scienza, senza avere la benché minima idea di ciò di cui si sta parlando.

È un po’ come se si volesse chiedere prima di salire a bordo il criterio secondo il quale sono stati effettuati i test sulla resistenza delle ali. Oppure i parametri relativi alla capacità di ingestione di acqua del motore. E perché non approfondire, prima di chiudere le porte, come si stabiliscono i limiti di vento massimi relativi al decollo su pista asciutta, bagnata o contaminata. 

– TEST ALI –

Sarebbe allora anche il caso di verificare se la FAA o l’EASA hanno esperito tutti, ma proprio tutti i controlli sulla Compagnia aerea che ho scelto per volare. Come enti regolatori anche loro debbono essere messi sotto la lente di ingrandimento prima del decollo. Giusto per essere un po’ più sicuri.

Oggettivamente si fa fatica a capire perché, nel corso di una pandemia come questa che da quasi due anni ormai ci sta perseguitando e che ha già causato un numero elevatissimo di vittime, di perdita di posti di lavoro, ed un repentino cambio di vita, l’atteggiamento di tante persone verso l’unica arma che ci può far decollare verso mete più sicure, sia così irrazionale e distopico. Sarà solo la paura?

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