Adolf Hitler mi ha detto… L’intervista impossibile di A. Sigona.

di Alberto Sigona. Qualche giorno fa mi sono imbarcato sulla macchina del tempo e mi sono ritrovato nel 1926 dopo Cristo, in Germania.

Adolf Hitler nella sua cella nella prigione di Landsberg

Così ne ho approfittato per intervistare, nella prigione di Landsberg am Lech, in cui si trovava rinchiuso dopo il fallito Putsch di Monaco di qualche mese prima, il futuro dittatore nazista Adolf Hitler. All’epoca sembrava soltanto il solito visionario di turno dalle idee troppo strampalate per trovarne una possibile concreta applicazione, ma purtroppo la realtà sarebbe stata molto diversa. Tuttavia nel 1926 in pochi avrebbero potuto immaginare che ci si stava trovando innanzi ad un pericoloso soggetto criminale, che, sotto le mentite spoglie di uno statista, avrebbe portato il Mondo sull’orlo del baratro. Dall’intervista è venuto fuori una sorta di compendio (più che altro… uno spaccato) del pensiero mostruoso, abominevole e folle – che più tardi avrebbe messo in atto – di uno dei personaggi che più di tanti altri hanno segnato lo scorso millennio.
Eccone un estratto.

Hitler, in primis cosa rappresenta per lei lo Stato?

Lo Stato innanzitutto è la condizione preliminare per creare una superiore civiltà umana. Dirò di più: nessuno Stato potrebbe più sopravvivere senza che vi sia alla sua base la razza ariana, la razza germanica.

Eppure ai tempi dell’impero Romano i germani venivano identificati come barbari, capaci soltanto di veicolare i germi dell’inciviltà. O sbaglio?

Rappresentare come barbari, come incivili, i germani di quell’epoca remota è una inconcepibile balordaggine! [e sbatte il pugno sul tavolo]. Essi non furono mai così… ma la durezza delle condizioni climatiche li obbligò ad un modo di vita che impediva l’attuarsi delle loro capacità creative.

Se lo dice lei… Oggi la Nazione tedesca è basata su di un nucleo razziale organico?

Sfortunatamente no, in quanto il processo di fusione dei tanti caratteri primordiali non è tanto evoluto al punto di poter parlare di una razza omogenea. Purtroppo gli avvelenamenti del sangue subiti dalla nostra nazione, particolarmente dopo la guerra dei 30 anni, corruppero non solo il sangue, ma anche l’anima tedesca. Ancora oggi il popolo tedesco subisce lo strazio di questa decomposizione.

E allora cosa propone per ovviare a questo… strazio, come lo chiama lei?

Il Reich ha il dovere di contenere tutti i tedeschi, con la missione di riunire e conservare in questo popolo le migliori caratteristiche primordiali di razza e di elevarla ad una condizione di supremazia su tutte le altre razze inferiori.

Oddio… ma la sua idea di Stato cozza contro i diritti inalienabili dell’umanità!

No!!! [e si alza puntandomi il dito contro in modo minaccioso] L’uomo ha solo un inviolabile diritto, che poi è anche un dovere morale, ovvero operare affinché il sangue si mantenga incontaminato. [quindi torna a sedersi] Perciò lo Stato deve apparire come il conservatore di un futuro millenario, di fronte al quale la volontà e l’egoismo dell’individuo non hanno nessun valore e devono sottomettersi. Il resto non conta. Lo Stato deve comportarsi così senza preoccuparsi della comprensione o incomprensione, delle opinioni favorevoli o contrarie.

Voi mirate a diventare una grande potenza mondiale?

O la Germania raggiunge il grado di potenza mondiale o non esisterà. Ma per diventare tale ha la necessità di avere una grandezza territoriale che le dia il sufficiente prestigio e che dia da vivere alla sua gente. I nazionalsocialisti cancelleranno la politica estera antecedente alla prima guerra mondiale. Inizieremo dal punto in cui ci si fermò 600 anni fa. Finiamo l’eterno cammino tedesco verso il nord e l’ovest e guardiamo ad est…

Quindi intende perseguire una politica estera aggressiva?

I territori delle nazioni vengono costruiti dagli uomini e cambiati dagli uomini. Nessuna grande potenza concesse ad un’altra nazione più spazio. I nostri avi, per intenderci, non ebbero regalato da Dio il territorio in cui attualmente viviamo, perciò in futuro i tedeschi non riceveranno territori dal buon cuore straniero ma soltanto dalle proprie armi vittoriose. Il nostro movimento non deve diventare il difensore delle altre popolazioni ma il paladino del popolo tedesco.

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1 Response

  1. Flavio Ezio ha detto:

    Il consigliere senior di Kamala Harris e portavoce principale, Symone Sanders, lascerà il suo lavoro entro la fine dell’anno con un’altra partenza di alto profilo dal team di comunicazione del vicepresidente degli Stati Uniti. Sanders, che è stato consigliere anziano di Joe Biden durante la campagna elettorale di successo del 2020, ha iniziato a lavorare con Harris dopo il voto, diventando uno dei volti più riconoscibili della nuova amministrazione. In precedenza, era stata addetta stampa nazionale per la campagna presidenziale del 2016 del suo omonimo e candidato democratico, Bernie Sanders. Nell’ultimo anno, lo stratega politico afroamericano di 31 anni ha aiutato Harris ad affrontare compiti difficili come affrontare le radici della migrazione dall’America centrale e portare avanti la riforma del diritto di voto. Tuttavia, il vicepresidente ha finora ottenuto scarso successo in quelle aree. “Il vicepresidente apprezza Symone ed è amata… grato di averla fino alla fine dell’anno”, ha detto a Reuters un anonimo funzionario della Casa Bianca. PER SAPERNE DI PIÙ
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    Il mese scorso, è stato anche rivelato che il direttore delle comunicazioni di Harris, Ashley Etienne, si ritirerà dalla sua posizione nelle prossime settimane. Un’altra fonte ben informata ha detto a Reuters che le due partenze sono state causate dalla preoccupazione che Harris non sia adeguatamente preparato o posizionato bene per diventare il successore di Biden alla guida del Partito Democratico. Ci sono state anche segnalazioni di disfunzioni e lotte interne tra i team di Biden e Harris nell’amministrazione quest’estate, ma un terzo funzionario ha detto alla CNN che l’uscita di Sanders non aveva nulla a che fare con questo. Era proprio il momento giusto per lei di andare, ha insistito la fonte.
    Sanders ha confermato la sua partenza in una nota allo staff mercoledì, che era stata vista dai media. Ha scritto che era “immensamente grata” a Harris e al suo capo dello staff Tina Flournoy per il tempo che hanno trascorso insieme. “Ogni giorno arrivavo al complesso della Casa Bianca sapendo che il nostro lavoro ha fatto una differenza tangibile per gli americani”, ha sottolineato la stratega, aggiungendo che far parte dell’amministrazione era un “onore” per lei. Le sfide di messaggistica sono state la rovina di Harris durante il suo periodo in carica. A giugno, è stata interrogata da un conduttore della NBC sul motivo per cui non ha visitato il confine tra Stati Uniti e Messico nonostante avesse supervisionato la risposta alla crisi dei migranti. A febbraio, il senatore democratico del West Virginia Joe Manchin ha condiviso la sua frustrazione per il fatto che non gli era stato dato un preavviso in un’intervista televisiva per promuovere l’American Rescue Plan che il vicepresidente ha fatto nel suo stato. Una più recente importante intervista in studio con Harris era stata cancellata all’ultimo minuto dopo che il test Covid-19 di un conduttore era risultato positivo.
    Gli errori apparentemente hanno spinto l’ufficio del vicepresidente ad assumere veterani delle pubbliche relazioni come l’esperta di comunicazione di crisi Lorraine Voles e l’ex scrittore di discorsi di Barack Obama Adam Frankel in modo che potessero migliorare “sviluppo organizzativo, comunicazioni strategiche e pianificazione a lungo termine”, secondo la Casa Bianca.

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