Monti: “Vedo avvicinarsi l’uscita dalla crisi!”.

Mario Monti indossa i panni del veggente e con tono sobrio e diciamocelo pure da “latte alle ginocchia”, dichiara, al “popolo dei CieLlini” al meeting di Rimini, di vedere avvicinarsi per l’Italia la fine della crisi!!! Delle due l’una: o il professore deve cambiare oculista, o come mago vale meno di quello di Arcella! Comunque sia, il premier si dice convinto che oggi il Paese si trovi in una situazione migliore di quella in cui versava lo scorso anno. Ci fosse stato ancora “Berlusconi al governo, oggi avremmo uno spread a 1.200 punti base”, tuonò, per poi immediatamente scusarsi, qualche giorno fa. E adesso ritemprato dalle ferie stigmatizza, facendo eco al suo predecessore, un nuovo “miracolo italiano” formato ristretto, un “miracolo quotidiano” nella coesione dimostrata dai partiti che sostengono il suo governo: “E’ evidente lo sperpero di un’intera generazione di giovani che pagano le conseguenze gravissime della scarsa lungimiranza di chi in passato non ha onorato il dovere di impegnarsi per i giovani”. Ora bisogna correre ai ripari ed è proprio per creare nuove occasioni di lavoro e di crescita che il governo lavora per “scrostare il potere corporativo“. Monti conferma poi l’impegno contro l’evasione fiscale “per far recuperare ai cittadini la fiducia nello Stato”. Esprimendo, prima di chiudere con una citazione di De Gasperi, un auspicio: “Spero che quando si guarderà al lavoro fatto, si possa vedere non solo che l’Italia non sia scivolata a sud-est, per avvicinarsi a un altro grandissimo paese d’Europa oggi in difficoltà, ma anche perché si stanno mettendo semi per rendere la società italiana più normale, più guardabile in faccia e più ispiratrice di fiducia”. Ai giovani ciellini il professore confida che quello della fine della crisi è un momento che “per certi versi” vede avvicinarsi: “Un anno fa pensavamo meno di oggi di essere in crisi ma credo che lo fossimo di più”, sottolinea, confermando che “la crescita è il cuore della attività del governo”. Perché i provvedimenti finora varati, anche se non sufficienti a far ripartire l’economia, hanno risollevato la fiducia dei mercati verso l’Italia . Per questo, il professore invita a guardare all’Euro come una risorsa e non come un handicap: “la moneta unica é – puntualizza – il pinnacolo della costruzione europea, è come la Madonnina sul Duomo di Milano: sarebbe una tragedia se diventasse, per incapacità nostra, un fattore di disgregazione che rianima i pregiudizi del Nord contro il Sud e viceversa”. E per questo invita a “fare attenzione” agli alleggerimenti del fisco, “perché poi ad essere gravato sarebbe l’intero paese”. Il premier, al suo quarto incontro con i seguaci di don Giussani, rende merito alla coalizione ‘Abc’ che lo sostiene a Palazzo Chigi: “Questo non è un momento di grande popolarità per le forze politiche in Italia ed altrove. Ma noi abbiamo il miracolo quotidiano di forze politiche, soprattutto tre: negli ultimi anni hanno dedicato grande attenzione, tempo e risorse a combattersi, e non era facile prevedere che quelle stesse forze avrebbero avuto un soprassalto di responsabilità”. Sicuro di questo sostegno, Monti indica nella lotta all’evasione fiscale una stella polare. “Un impegno straordinario e forse sgradevole contro l’evasione fiscale fa parte del recupero di fiducia dei cittadini verso lo Stato e dei cittadini fra loro”. Un’operazione di valori, dunque, che per il presidente del Consiglio parte anche dal linguaggio: per questo chiederà alla Rai di “non fare usare più l’aggettivo ‘furbi’ nei servizi dei tg che descrivono la lotta contro l’evasione”. Perché, ammonisce, “non si possono trasmettere neppure in modo subliminale disvalori che distruggono la società italiana”. Ecco ‘il coniglio’ che il professore tira fuori dal suo cilindro magico per combattere l’evasione fiscale, non chiamarli più ‘furbi’! Un ‘provvedimento’ che tutti gli onesti contribuenti italiani attendevano da anni! Così, come purtroppo avviene di sovente nel nostro Paese, cambiano i nomi di cose, fatti e persone ma poi la realtà resta sempre quella: l’Italia dei furbetti! Pardon le professeur, ‘furbi’ non si dice più! Ma questo non è mica il tg1!

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