L’Imu ed un vecchio loden è quel che resta dei professori.

Dopo un anno di governo tecnico, tra gaffes, frasi infelici e dietrofront istituzionali, l’unica novità introdotta nello scenario di un paese in preda ai mercati, ma che ha urgente bisogno di cambiare, di rinnovarsi e di autoriformarsi, è l’IMU. E soltanto adesso che il lavoro sporco è stato fatto, proprio adesso che la rapina ai danni dei “soliti noti” è stata tecnicamente perpetrata, sta per saltare anche il Professore, sobrio, con il suo loden elegante, ma fattosi vecchio e troppo stretto, combattuto nel prendere ordini tra la Merkel e il “trio-vecchia-maniera” Pd-Pdl-Udc! Per il resto non è cambiato proprio un bel niente! E’ già tornato tutto come prima, anzi la situazione è addirittura peggiorata: ci ritroviamo senza un centesimo in tasca, con un debito pubblico ai massimi storici e con un Berlusconi candidato premier. La conferma di Bersani alle primarie ha ristabilito i vecchi, instabili, equilibri del “palazzo” riesumando la vecchia politica che proprio non ce la fa a voltar pagina e che non vuole assolutamente rinnovarsi! Per la gioia di Beppe Grillo che vede lievitare consensi di rabbia che da virtuali presto diventeranno concrete poltrone parlamentari. Quindi, dopo questa disastrosa parentesi tecnica, adesso il pallino passa di nuovo nelle nostre mani. E quando lorsignori decideranno di riaprire le urne, starà a noi decidere se ci sta bene tutto così com’è, oppure se è davvero arrivato il momento di cambiare! Noi che ci siamo sempre turati il naso per votare il meno peggio, tanto sono tutti uguali, noi che ultimamente abbiamo disertato elezioni e referendum, tanto non cambia mai niente in questo paese, noi che ci siamo allontanati dalla politica firmando deleghe in bianco, tanto ci fa schifo, ebbene, noi siamo “maggioranza” e noi decideremo chi ci governerà dopo questa parentesi di scandali e porcherie, di festini e ruberie, di lacrime e sangue! Per dar vitta ad un “Nuovo Rinascimento Italiano” servono uomini e donne per bene che sentano il futuro come un’occasione di crescita e di sviluppo, come una missione per mettere a segno provvedimenti legislativi rivolti al raggiungimento del bene comune e non dei propri egoismi! Riprendiamoci quello che ci hanno tolto! Riappropriamoci della politica che altro non è che la nostra vita! Andiamo a votare. Quando (!?) e Come(!?) ce lo faranno sapere “loro”, ma per Chi lo decideremo noi!!! Esprimiamo con il voto tutta la nostra rabbia. Facciamolo per il futuro dei nostri figli e – dato che abbiamo una speranza di vita tanto lunga che ci mandano in pensione a 75anni!!! – facciamolo anche pensando al nostro avvenire.

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