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Nonostante il subdolo quanto fallimentare tentativo di addossare responsabilità inesistenti su chi conduce la lotta contro il capitalismo e i poteri forti, difesi da questo governo fascista, capeggiato da Monti, con la complicità di Napolitano, in occasione dell’attentato di Brindisi, i fedeli guardiani degli interessi dei padroni, i soliti pennivendoli, continuano nella loro opera di disinformazione! Sono ben altri gli obiettivi dei combattenti! Padroni, classi dirigenti, banchieri prostitute di Stato!! I loro uffici del personale fedeli cani da guardia, aguzzini dei lavoratori. Non sono certo gli studenti o i lavoratori in nostri obiettivi!! Voi che avete vissuto e vivete sfruttando e calpestando, è giunto il momento di guardarvi le spalle! La lotta è ripresa. Consapevoli del momento storico, il crollo di muri e ideologie, ma insieme ad essi, come da noi ampiamente previsto e discusso in altri momen (…) il capitalismo, l’imperialismo dopo un naturale sussulto di onnipotenza, ha prodotto lo scempio sociale che stiamo vivendo. I nuovi e vecchi padroni, hanno approfittato della debolezza ideologica della massa, per sfruttare e cancellare diritti che, con grande fatica i lavoratori si erano conquistati. Serva da lezione. Riteniamo così improrogabile la ripresa della lotta armata per la liberazione del popolo dal giogo capitalista e dalla dittatura dei padroni. Dal momento storico impariamo lezioni, nuove sono le idee e la forma del linguaggio ma immutati gli obiettivi. Questa volta per il popolo con il popolo!” Firmato: “Brigata Gino Liverani “Diegò”.
Questo il testo della lettera firmata ‘Brigate Rosse, Brigata Gino Liverani Diegò’, recapitata per posta alla sede Ansa di Ancona. La lettera, scritta a stampatello, è in fotocopia, con i margini in parte mangiati dalla fotocopiatrice, e in alcune lettere ripassate due volte, riporta anche il logo della stella a cinque punte, e cita il nome di una presunta brigata intitolata alla memoria del brigatista della colonna marchigiana Tommaso Gino Liverani, morto a Managua, in Nicaragua, nel 1985. Il timbro delle Poste di Ancona indica la data del 23 maggio.
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