Letta: ‘La crisi? Colpa dell’evasione! Abbasseremo le tasse coi soldi degli evasori’ …excusatio non petita, accusatio manifesta!

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il governo Letta, ovvero il governo delle larghe intese e delle poche pretese in termini di cambiamento e di interventi strutturali! Nonostante ciò, la Camera – forse rassicurata dal rinvio ai tagli del finanziamento pubblico ai partiti, che per ora si tengono ben stretti tutti quei soldi – conferma la fiducia al governo Letta sul “dl Fare”. La fiducia ha avuto 427 sì e 167 no. Intanto, prosegue l’ostruzionismo da parte delle opposizioni: sono infatti 251 gli ordini del giorno sul decreto presentati da M5s, Sel e Lega, pochi sono stati depositati da singoli deputati della maggioranza, che teme che la discussione e il voto, dopo la fiducia, richiedano tempi troppo lunghi, il che lascia presagire sedute fiume della Camera con rischio di far slittare le sudate ferie degli onorevoli.
Insomma, su certe cose, come la riscossione delle tasse, il governo va di fretta su altre, come la restituzione di quanto dovuto a cittadini e imprese, se la prende con comodo. Ne è la riprova il “dl Fare”. Una serie di palliativi che non risolvono i problemi dell’Italia, ma che rimanda, quegli interventi necessari al rilancio dell’economia e indispensabili per far uscire il Paese dal tunnel della crisi, a data e forse anche governo da definirsi.
Nel dettaglio, il testo cancella l’estensione del tetto di 300mila euro agli stipendi degli amministratori delle società che svolgono servizi di “interesse generale anche di rilevanza economica”, come Poste, Fs e Anas. Sul fronte internet veloce, non ci sarà alcuna marcia indietro nella liberalizzazione del wi-fi: un emendamento del decreto del fare prevede lo stop all’identificazione personale degli utenti e alla tracciabilità. Vengono però ridotti i fondi alla banda larga: taglio di 20 milioni ai 150 previsti dall’Agenda digitale. Tra le misure per abbattere il debito pubblico, è previsto che se lo Stato trasferisce un immobile ad un Comune e questo lo vende, il 25% dell’incasso viene usato per abbattere il debito. Il decreto prevede la nomina di uno o più commissari per avviare una nuova gestione dei rifiuti nella Regione Campania. Tra le altre misure, spunta anche l’impignorabilità della prima casa. Vengono inoltre stanziati 2,4 miliardi di euro per il rilancio dei cantieri.
Ma non ci sono ‘interventi seri’ mirati alla riduzione del costo del lavoro, ad una politica dei redditi più giusta, ad una radicale riforma del Sistema Italia, all’apertura del credito alle famiglie e alle pmi e soprattutto latitano misure atte a contrastare efficacemente l’evasione fiscale!
E questo lo sa anche Letta che, excusatio non petita, accusatio manifesta, dichiara: “Abbasseremo le tasse con i soldi degli evasori fiscali”. Ebbene, si faccia avanti chi, negli ultimi 50 anni, non ha mai sentito un politico italiano ripetere le stesse cose. Enrico Letta si inserisce a meraviglia nel filone delle tante chiacchiere e dei pochi fatti e appunto a chiacchiere va all’attacco dei furbetti: “E’ facile vincere usando il doping – ha spiegato – come ha fatto chi ha vinto, truccando, il Giro d’Italia e il Tour de France. E chi evade è come i ciclisti dopati”. Detto che “la nostra Costituzione sull’equità e la solidarietà è molto forte” e che dunque occorre una tassazione adeguata e non vessatoria, l’unico modo al momento per avvicinarsi all’obiettivo è, sottintende Letta, colpire chi ha portato i propri soldi all’estero: “Lotta ai paradisi fiscali, ovunque siano”, è lo slogan usato dal premier. “Non è possibile che tante ricchezze siano prodotte in Italia e poi portate fuori dall’Italia senza contribuire. Gli italiani che hanno portato soldi fuori dall’Italia devono sapere che non è più come cinque, dieci anni fa. Il clima internazionale è cambiato. Devono capire che conviene anche a loro riportare i soldi in Italia e pagare quanto devono. Non ci saranno più coperture.” …ma solo ‘scoperti’, ci viene da commentare. Quelli relativi ai conti sempre in rosso delle casse dello Stato, per una gestione a dir poco insalubre dei denari pubblici copiosamente versati dai contribuenti onesti che continuano ad essere spremuti come limoni!

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