Letta e l’elogio di ogni devianza, anzi della devianza in sé, a prescindere!

di Mrcello Veneziani. L’affermazione più infelice nel primo scorcio di campagna elettorale l’ha pronunciata Enrico Letta, che pure è così prudente e misurato: “Io lo penso e lo dico: viva le devianze”, ha esultato in untweet il leader dei dem per polemizzare con Giorgia Meloni che invece proponeva di fronteggiare le devianze che ulcerano il nostro paese, e in particolare i più giovani. Si può essere o meno d’accordo sui rimedi proposti dalla leader della destra, si può preferire un approccio più indulgente e comprensivo verso le devianze, almeno alcune, e si può distinguere tra devianze vere e presunte. Ma è davvero una semplificazione dissennata inneggiare alle devianze, senza specificare quali.

Un segno di nervosismo nella migliore delle ipotesi, di perdita di lucidità e di rispetto della vita reale e della gente comune.

Ma di cosa stiamo parlando, quando diciamo “devianze”? Intendiamoci innanzitutto sulle parole. La devianza, lo dicono i dizionari, è un atto o un comportamento individuale o di gruppo che viola le norme pubbliche e sociali. Ci possono essere devianze gravi, punibili a norma di legge, e altre meno gravi, che sono oggetto di disapprovazione nel giudizio pubblico. Le prime sconfinano nei reati e nei delitti, le seconde confinano con le difformità e le stravaganze. Naturalmente le devianze gravi sono criminali: la mafia, il terrorismo, lo stupro e la pedofilia, per citare le più efferate forme di delinquenza. Ma devianze sono pure la prostituzione e lo sfruttamento del sesso, il gioco d’azzardo, l’uso e lo spaccio di stupefacenti, l’alcolismo, la violenza, il bullismo, le bande e il vasto terreno delle devianze minorili.

Più controverso è parlare di devianza a proposito di comportamenti che sconfinano nella patologia, come l’obesità da bulimia e l’anoressia, a cui ha accennato Giorgia Meloni. Ancora più controverso sarebbe parlare di devianza a proposito di comportamenti sessuali e scelte transessuali, come invece si faceva correntemente fino a pochi anni fa.

Ma Letta, senza fare distinzioni, e tralasciando il significato corrente di devianza, si è lanciato in uno sperticato elogio di ogni devianza, anzi della devianza in sé, a prescindere. Anche l’attenuante, che si trattava di una reazione a quel che aveva detto la Meloni, diventa invece un’aggravante, perché da un verso regala all’avversario la difesa della società e della gente comune dai comportamenti violenti e antisociali, distruttivi e autodistruttivi. Con lo spaventoso aumento della delinquenza, attestato anche sul piano delle statistiche, è davvero un segno di insensibilità e di scarsa intelligenza precipitarsi a difendere genericamente “le devianze”.

E dall’altro è un autogol perché la Meloni invocava come antidoto alle devianze non il manganello e la galera ma lo sport e l’educazione, che mi sembrano rimedi civili, salutari, benefici per tutti. Si può magari discutere sulla loro piena efficacia per fronteggiare il largo e tormentoso campo delle devianze, ma non si possono ridurre quei rimedi – come ha fatto la vasta stampa che affianca i Dem – a un ritorno al fascismo, alla società retriva e reazionaria e ai metodi autoritari del passato.

Non capire la funzione sociale, pedagogica e culturale, oltre che terapeutica, dell’attività sportiva, significa squalificare la funzione e la missione dello sport e fare un gratuito sfregio a chi pratica lo sport. Peraltro “mens sana in corpore sano” non è uno slogan fascista e nemmeno degli oratori cattolici di una volta; ma è più antico, risale a Giovenale, alla prima civiltà del diritto, la società romana e al mondo greco che la precede e che sposò, non solo a Olimpia, le attività sportive. Anche Platone era convinto della necessità di imprimere un’educazione sportiva ai giovani, non solo per prevenire le devianze ma per formare lo spirito di cittadinanza.

Peraltro, nella sua accezione generale e generica, devianza potrebbe intendersi anche il razzismo, l’omofobia, il sessismo: Letta difende pure quelle devianze?

Per salvare Letta dalla sua infelice uscita, c’è chi ha tradotto le devianze con diversità: Letta, dicono, intendeva difendere le diversità – etniche, sessuali, omosessuali, e via dicendo. Ma se si accetta la traduzione automatica di devianza con diversità, il discorso assume pieghe paradossali. Anche chi si oppone al Politically correct, al conformismo e alle “normalizzazioni” coatte dei linguaggi e dei comportamenti, della storia e della cultura, reclama il diritto alla differenza, alla divergenza e alla diversità: anche lui sarebbe per Letta un deviato da proteggere? Non direi proprio, a giudicare dal forte impianto correttivo e illibertario di quel canone progressista a cui i Dem sono devotamente abbarbicati.

Mi rendo conto che le scorciatoie demagogiche, le semplificazioni brutali, siano una tentazione molto forte nella politica, soprattutto nei giorni concitati delle campagne elettorali: per essere più diretti ed efficaci degli avversari si arrivano a sposare a rovescio le tesi degli antagonisti con risultati a volte assurdi e dannosi, anche per la propria parte.

Meno male che nelle campagne elettorali volano parole a raffica, senza alcun riscontro reale e alcuna conseguenza effettiva; come accade pure con le promesse e le buone intenzioni. Perché se dovessimo prendere sul serio affermazioni sconsiderate come questa, e se dovessimo davvero stabilire un nesso tra il dire e il fare, dovremmo seriamente preoccuparci e concludere: la sinistra elogia e incentiva le devianze, e dunque tocca alla destra proteggere la “normalità” della gente comune. Per fortuna i leader politici sono inconcludenti, inefficaci e alla fine incapaci pure di nuocere, almeno si spera…

Fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/devianti-o-popolo-alla-riscossa/

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2 Responses

  1. Enzo ha detto:

    marcelloveneziani, lei dovrebbe approfondire: devianza e criminalità non sono la medesima cosa. la criminalità, questo Lei descrive, non è sinonimo di devianza, tutt’altra cosa.
    Es.

  2. Sergio ha detto:

    Gli sbarchi aumentano ancora. Si rischiano 100mila migranti.
    Record di arrivi ad agosto, anche su barche a vela. Gli affari d’oro degli scafisti: 1 milione di euro a viaggio . Se andiamo avanti a questi ritmi di sbarco arriveremo a fine anno a 90mila-100mila migranti. Non solo: i trafficanti che utilizzano semplici velieri dalla Turchia incassano fino a 1 milione di euro a viaggio, a seconda di quante persone riescono a far salire a bordo. Secondo le deposizioni degli stessi migranti sborserebbero fra gli 8mila a 9mila euro per arrivare in Italia.

    I numeri record di agosto ci riportano indietro nel tempo, cinque anni fa, al boom degli arrivi illegali via mare. Fino a ieri il Viminale aveva registrato, dall’inizio dell’anno, 58.451 sbarchi. Sempre tunisini, egiziani e cittadini del Bangladesh in testa che non scappano dalle guerre. Quasi 20mila in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e tre volte tanto il 2019. In un solo giorno, il 27 agosto sono arrivati sulle nostre coste in 1.909.

    «Solo l’ultima settimana ne abbiamo contati 7.800, compresi quelli imbarcati sulle navi delle Ong che attendono il Pos (un porto sicuro italiano nda). In tutto si sono stati 221 eventi in mare: un incubo» racconta al Giornale chi è in prima linea. Nel mese di agosto, con ben 15.733 arrivi, è stato sfondato il record di luglio (13.802). A bordo della Ocean Viking di Sos Mediterranee, ci sono 466 migranti recuperati fra la zona di ricerca e soccorso libica e maltese. La maggior parte arriva dal Bangladesh e dall’Egitto, paesi non in guerra. Sulla Geo Barents di Medici senza frontiere ci sono altre 267 persone compresi una sessantina di minori. E adesso che ne hanno abbastanza e chiedono di sbarcarli in Italia «si danno il cambio con un’altra ammiraglia della flotta, la Sea Eye 4, che si sta dirigendo verso la Libia» spiega la fonte del Giornale. «Il coordinamento» è garantito da Alarm phone, il centralino dei migranti, che ieri attaccava le autorità di Malta accusandole di avere abbandonato al loro destino un’imbarcazione con 57 persone partite dal Libano.

    E continuano ad arrivare i pescherecci, barconi più grossi con centinaia di migranti, provenienti dalla Cirenaica, la Libia orientale sotto il controllo del generale Khalifa Haftar alleato dei russi. Mercoledì sono state impegnate quattro unità della Guardia costiera e della Guardia di Finanza per sbarcare 539 migranti salpati su un vetusto peschereccio.

    Non solo: durante i furiosi scontri armati a Tripoli del 26 e 27 agosto «la Guardia costiera libica non è uscita per intercettare i migranti». La lotta per il potere fra il premier Abdulhamid Dabaiba e il suo rivale designato dal parlamento di Tobruk, l’ex ministro dell’Interno, Fathi Bashagha, favorisce i trafficanti.

    In questo caos si sono verificati ieri a Lampedusa altri 12 sbarchi. La beffa è che una nave della missione europea Irini, sotto nostro comando per il controllo dell’embargo delle armi alla Libia, stava intervenendo ieri pomeriggio per un centinaio di persone avvistate nella zona di soccorso di Malta.

    L’aumento degli arrivi dal Mediterraneo orientale è un grande affare per i trafficanti. Martedì è arrivato un veliero nel siracusano con i migranti che sbarcavano in fila indiana fra gli ombrelloni dei turisti. Un’altra imbarcazione a vela, Ocean 41, approdata ad Augusta era partita il 25 gennaio dal porto turco di Marmaris. A bordo 57 migranti soprattuto iraniani e iracheni. Ognuno avrebbe pagato 10mila dollari per raggiungere l’Italia per un totale di 570mila incassati dai trafficanti. Altri 112 migranti partiti da Izmir, il 26 agosto, con un veliero poi lasciato alla deriva davanti alle nostre coste avrebbero versato fra gli 8mila e 9mila euro. In tutto 925mila euro per un solo viaggio del traffico di esseri umani.
    Le stime di inizio estate che si basavano anche sulle informazioni e analisi dell’intelligence ipotizzavano 77mila arrivi a fine anno. Adesso si stanno rivedendo le previsioni dopo le impennate di luglio e agosto con l’aumento delle partenze da Est. Il rischio è che si arrivi a sfiorare i 100mila sbarchi in tutto il 2022.

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