Legge 194. Diritto e dovere, obiezione e aborto.

di Antonello Laiso. Dopo più di quarant’anni dalla sua applicazione la legge 194 ovvero quella di consentire un diritto delle donne interessate ad una interruzione di gravidanza viene messo ancora in discussione.

Un diritto conquistato con non poca fatica dopo anni di battaglie e dopo di quei tanti paesi Europei che hanno fatto da apripista a cui col tempo L’Italia si adegua ad un diritto costituzionale.
Un diritto a cui tanti medici fanno ricorso per l’obiezione di coscienza a non praticare un interruzione di gravidanza benché chiesta ricorrendo al art 9  della legge 194  ovvero un diritto di un diritto.

L’Art. 9 ricordiamo contempla la non punibilità adducendo un obiezione di coscienza per  quei sanitari addetti e/o quelle strutture che non praticano l’interruzione di gravidanza.

Quindi uno scontro tra due diritti nella stessa legge, che spesso porta a quelle donne che per decisioni strettamente personali ed a tutela di una salute psicofisica a vagare tra Regioni o a rivolgersi a strutture private con quelle spese che spesso non possono sostenere.
Medici, magistrati bioetici  hanno contribuito a diffondere maggiore coscienza tale  fenomeno e cosi e’ diventato parte integrante del nostro sapere comune, che e’ parte integrante proprio della legge 194 che tutela il personale sanitario previa comunicazione di avvalersi del art 9.
Si rileva a tutt’oggi da stime di esperti nel settore che quel obiezione tende ad aumentare e non a diminuire prestando il fianco a quelle associazioni politiche e religiose da sempre ostici verso questa legge.
La legittimità viene quindi messa sempre più in discussione ricorrendo spesso in quei tribunali di cui sono pieni gli archivi per una legittimazione speso che arriva per una legittimazione di quei diritti sociali da quelle pronunce del comitato Europeo che più di una volta ha condannato L’Italia per un non garantito diritto alla salute.
Diritto alla salute contemplato all art 32 della nostra Costituzione.
Si coglie a questo punto che il diritto della donna ad abortire non ha la stessa valenza di quello del medico di obiettare, ovvero alla donna viene messo  in discussione una propria volontà sul proprio corpo, un diritto alla salute psicofisica sul proprio corpo.
Bisogna riconoscere allora la centralità di quelle decisioni di soggettività e come quella delle donne debba essere l’unica titolarità ad un diritto per la libertà di scelta personale senza bisogno di motivazioni discrezionali.

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7 Responses

  1. D’accordo con Angelo non farti mai strumentalizzare da critiche di colore o di prevaricazione ad un diritto acquisito che si vorrebbe mettere in discussione.Continua così come da anni scrivi sui diritti sociali.
    Comitato Onlus Roma

  2. angelo affuso ha detto:

    Lascia stare chi ti critica ed attacca si sa chi sono, bigotti filo fascisti, nostalgici,cattolici,ecct ecct del resto questo diritto lo abbiamo ottenuto con lotte e battaglie dei radicali tanti anni fa ,Pannella docet.
    Continua cosi’ a scrivere quello che senti senza limitazioni.
    BRAVO

  3. Antonello Laiso ha detto:

    Non ho fatto nome.di alcun partito politico perche qualcuno si crocifigge ed attacca ?

    Forse qualche prete o monaca?
    E l’olio di ricino che ci azzecca?
    Non si trova più neanche in farmacia aggiornati tu caro ….

  4. Fiammetta rm ha detto:

    Demonizzare l’avversario fa un favore all’avversario stesso: continuate così a spaventare gli italiani, che però non vi credono più e hanno votato la FIAMMA!

  5. Dario VE ha detto:

    Caro Antonello, aggiornati!
    Siamo nel 2022 e le camicie nere e l’olio di ricino appartengono al passato!

  6. Silvia ha detto:

    Ho sentito che il governo di dx è contrario all’ aborto ci toglieranno un nostro diritto?
    Condivido tutto con l’ottimo ed esaustivo articolo di Antonello Laiso

  7. Claudia apillo ha detto:

    Senza peli sulla.lingua come sempre bravo Antonello

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