L’appoggio dell’Europa all’Ucraina non è più unanime.

di Attilio Runello. All’interno dei paesi dell’Unione l’appoggio alla causa dell’Ucraina sino ad ora è stato unanime.
È stato unanime di fronte alla colonna di corazzati che più di un anno fa era a un passo da Kiev, è stata unanime di fronte ai milioni di ucraini che si sono riversati nei paesi europei, è stata unanime di fronte alla necessità di imporre pacchetti di sanzioni alla Russia, è stata unanime quando gli atleti russi non hanno potuto partecipare come Russia alle manifestazioni sportive internazionali. È stata unanime di fronte alle piogge di missili e all” occupazione di territori ucraini, ma adesso che i russi sembra non vogliano più avanzare e l’Unione Europea ha fatto poco per rimpiazzare gas e petrolio russo l’umanità comincia a scricchiolare.

A questo bisogna aggiungere che alcuni paesi si sono visti sospendere i finanziamenti a causa di presunti deficit di democrazia e nell’ultimo summit si sono visti chiedere di approvare uno stanziamento di cinquanta miliardi per l’Ucraina quando già ne era stato approvato in precedenza uno  da quindici miliardi.
Paesi come Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno deciso di non voler più inviare armi all’Ucraina.
Gli stessi paesi insieme alla Grecia non hanno approvato lo stanziamento di fondi.
Orban poi la scorsa settimana ha incontrato Putin in Cina e ha chiesto di continuare a ricevere idrocarburi e alla Cina ha continuato a chiedere la realizzazione di una linea ferroviaria che congiunge Budapest con Belgrado, finanziata dai cinesi.
Durante il summit ha sostenuto che l’Ucraina non ha possibilità di vincere contro la Russia. Nel momento in cui dovesse cessare la fornitura di armi da parte dell’Occidente l’Ucraina ha perso.
Al momento Orban è isolato su quest’ultimo punto ma nell’Unione si stanno favorendo politicamente forze centrifughe.

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