La tragedia di Lampedusa: ma che colpa abbiamo noi?

di Matteo Scarlato. La terribile notizia delle centinaia di vittime del naufragio di migranti a Lampedusa ha scosso le nostre coscienze e ci ha resi particolarmente sensibili alle affermazioni relative a quanto accaduto. E’ così che mi sono chiesto se le facce affrante di politici, sindacalisti, imprenditori, religiosi, le loro accorate dichiarazioni, sottindessero una colpa del’opinione pubblica a cui si rivolgevano, di noi comuni cittadini insomma. E riflettendo bene ho capito che anche io ho sulla coscienza quei morti. Nel momento in cui non ho contrastato l’affermarsi di questa classe dirigente ipocrita, io ho contribuito alla loro morte! Il ministro Alfano e quindi il Governo, quando cerca di scaricare sull’Europa parte della responsabilità, quando cerca di ingraziarsi Lampedusa e di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica con la proposta del Nobel (ovviamente condivisibile!), quando cerca di coprire la disumanità che impone la Bossi-Fini, sia alla Guardia Costiera che ai pescatori coinvolti nei soccorsi, con dichiarazioni destinate inevitabilmente ad essere smentite (come si fa a nascondere la verità quando ci sono così tante persone coinvolte e, soprattutto, nell’era di internet?), quando sa di essere parte della classe dirigente politica di una nazione la cui politica estera privilegia le missioni militari anzichè la cooperazione allo sviluppo, è ipocrita.. Quando tutto il centro-sinistra si rifugia dietro la Bossi-Fini ma nei due governi ultimi a cui ha partecipato non si adopera per la sua correzione e da sempre sostiene ugualmente la politica estera italiana, appunto votata all’intervento militare piuttosto che alla cooperazione allo sviluppo, è ipocrita. Per dirla con il Papa, io mi vergogno. E penso che si vergognino anche tanti cattolici che hanno visto troppe volte un Vaticano molto attento all’amicizia con i potentati e poco attento alle persone che soffrono in tutto il mondo. E di cosa si congratula il nostro Presidente della Repubblica? Del suo popolo di poeti, santi, navigatori e… soccorritori a cui impone 4 miliardi di spesa per l’acquisto degli F-35 che potevano forse essere utilizzati anche per politiche di cooperazione allo sviluppo? Sviluppo dei popoli chiaramente: di quei migranti e anche nostro! Dopo la vergognosa, poichè falsa ed opportunistica, retorica dei giorni scorsi, sarebbe istruttivo riflettere, con onestà intellettuale, sullo storico discorso di Thomas Sankara all’Organizzazione dell’Unità Africana nel 1984. Sankara individua tutti i problemi dell’Africa in un neocolonialismo che utilizza il debito pubblico, la vendita di armi (mediante la sollecitazione di guerre civili), il deficit commerciale (mediante l’imposizione di modelli di sviluppo globalizzati in modo da avere da una parte il monopolio della produzione di beni e dall’altra mercati globali dove vendere), l’acquisizione a poco prezzo delle materie prime (mediante il mantenimento di dittature complici). Attenzione: ai grandi poteri finanziari l’Africa non basta più, hanno iniziato a mettere gli occhi su succulenti paesi europei, come Grecia, Spagna, Italia,… la nuova frontiera del colonialismo!

P.S. Sankara venne ucciso il 15 ottobre 1987 insieme a dodici ufficiali, in un colpo di stato organizzato da un suo ex compagno d’armi (e poi suo braccio destro), l’attuale presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré con l’appoggio di Francia e Stati Uniti d’America (fonte Wikipedia)

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