La difficoltà di dichiararsi omosessuale.
Purtroppo il percorso di chi è omosessuale e decide di dichiararsi non è così semplice. Innanzitutto la prima difficoltà è l’auto-accettazione; se prima non si è fatto questo passo come si può condividere con qualcun altro la propria natura? In questo caso è necessario concentrarsi su se stessi, il proprio stato d’animo e il proprio benessere. Come si sta vivendo l’omosessualità? Con senso di colpa, vergogna, imbarazzo, confusione oppure con serenità e gioia? Per i giovani e gli adulti che hanno scoperto da poco di essere attratti da persone dello stesso sesso il primo passo da fare è capire che non c’è nulla di sbagliato nell’essere omosessuali. Successivamente è fondamentale “ascoltarsi”, sentire le proprie emozioni e imparare a condividerle e a confrontarsi con altri, magari tramite un’associazione. Questo passaggio è necessario per superare la frequente fase in cui si rifiuta la propria omosessualità per poi passare all’essere rassegnati perché si pensa che non si potrà mai avere una vita normale e che ci si dovrà sempre nascondere. Questa fase può durare anche tutta la vita se si rimane legati ai condizionamenti sociali e alla paura di non essere accettati. Per questo motivo è importante condividere queste difficoltà con persone che vivono lo stesso problema o che l’hanno già superato. Parlarne aiuta a normalizzare la situazione e ad accettarsi per come si è. A questo punto non si avrà più paura di parlarne con gli altri. Molto spesso è anche il sentimento forte verso il proprio partner che aiuta a trovare la forza di uscire allo scoperto. Chi invece ha già fatto outing ma ha avuto problemi, deve fare i conti con la chiusura mentale che spesso la società impone con i suoi preconcetti e pregiudizi inculcati nelle persone. La famiglia tende a riprodurre se stessa come unico modello di unione nella società, pertanto un figlio gay irrimediabilmente si sente incompreso in partenza e in grande difficoltà rispetto alla possibilità di comunicare la propria natura sessuale. Rispetto ai propri familiari bisogna lasciare loro il tempo di accettare la situazione, parlarne e cercare di rispondere alle loro domande (che sicuramente ci sono). I genitori, condizionati dagli stereotipi sociali, possono pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato nell’educare il proprio figlio o la propria figlia, ma in questo vanno rassicurati e spesso anche “rieducati”. Spesso l’ignoranza crea molte barriere psicologiche per cui è bene far conoscere ai propri familiari il mondo dell’omosessualità senza che vengano lasciati soli a dare libero sfogo alle loro fantasie senza che vi siano fondamenti con la realtà. È bene comunque lasciare loro il tempo di assimilare l’informazione: d’altra parte quanto è stato lungo il percorso di auto-accettazione? Se si hanno problemi sul lavoro è importante inquadrare bene la situazione. L’omosessualità non deve essere un elemento discriminante nell’ambito lavorativo. Parlarne con tono professionale a colleghi o al superiore può essere un primo passo per dare il tempo di sedare pettegolezzi o pregiudizi. La professionalità sul lavoro è la risposta a condizionamenti sociali e ai preconcetti. Con gli amici il dialogo e la condivisione delle proprie difficoltà sono gli elementi chiave per cercare un punto di incontro e di accettazione. Allo stesso tempo, si ha anche modo di scoprire la vera amicizia che non ha paura di supportare la persona in un periodo difficile e particolare della propria vita.
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