La crisi è alle spalle? Sì, perché oramai ci ha raggiunti uno per uno.

Silvio Berlusconi: “La crisi è alle spalle” (Repubblica.it, 28.06.2010)Mario Monti: “La crisi è passata ora possiamo rilassarci” (Il Fatto quotidiano, 02.04.2012). Gianni Letta: “Crisi alle spalle. E a Confindustria: ognuno faccia il suo lavoro” (Il Sole24ore, 02.02.2014). Matteo Renzi: “Crisi alle spalle. L’Italia è ripartita” (Affaritaliani, 17 marzo 2015). Paolo Gentiloni: “Non prometto miracoli, ma la crisi è alle spalle” (Il Messaggero, 2 settembre 2017). Cinque presidenti del Consiglio che hanno sempre tentato di rassicurare gli italiani con la storiella della “crisi alle spalle”. Ma, spalle a parte, se un normale cittadino si guarda intorno vede ancora nero. La realtà è che i politici, dall’alto dei loro privilegi, raccontano tante balle per tenere buona la cittadinanza, per prendere tempo, tanto, prima o poi, ‘adda passà a nuttata’!
La verità è che la gente per bene di questo Paese ancora arranca nel mezzo del tunnel della crisi, con un debito pubblico senza precedenti, salari e pensioni tra i più bassi d’Europa, tassazione alle stelle, disoccupazione dilagante, immigrazione fuori controllo, welfare prossimo allo zero, ceto medio azzerato e 5 milioni di italiani in povertà assoluta. E se questa gente ha il problema di come arrivare a fine mese, c’è un’altra Italia che, invece, continua ad ingrassare sulle macerie di un Paese sfasciato dalla malapolitica e dal dissesto idrogeologico, figlio, quest’ultimo, di anni ed anni di malgoverno. Ma ad ognuno il suo mestiere. Al cittadino onesto e per bene, quello di arrabattarsi tra bollette e scadenze varie nel disperato tentativo di mettere insieme il pranzo con la cena. Alla politica e ai politici, quello di fare le solite promesse elettorali, tanto ormai “la crisi è alle spalle”. Ma il capitello della Basilica di Santa Croce a Firenze che cade da trenta metri e uccide un turista spagnolo è un fatto emblematico che stigmatizza lo stato di abbandono di questo Paese! Sì, la crisi è alle nostre spalle, non perché l’abbiamo superata, come ‘loro’ vogliono farci credere, ma perché oramai ci ha raggiunti tutti, uno ad uno.

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