In Paraguay le elezioni vinte dal partito conservatore.

di Attilio Runello. Lo scorso fine settimana si sono tenute elezioni in Paraguay. Ha vinto nuovamente il partito Colorado, uno schieramento politico conservatore.
Il nuovo presidente è Santiago Pegna, una persona già ministro dell’economia nel presidente governo e con esperienza nel Fmi.
Il Paraguay ha una popolazione di soli sette milioni di abitanti con una superficie più grande dell’Italia.
Ha una economia in costante crescita e un livello di occupazione stabile.
La situazione finanziaria ha di recente ricevuto elogi da vari organismi internazionali per la “solidità”, tanto che alcuni osservatori hanno parlato di “paradiso economico”, e di modello di successo. Sono in calo gli indicatori di povertà (specie rurale), malnutrizione infantile e disuguaglianza economica; Banca mondiale e Fmi hanno segnalato il costante aumento del prodotto interno lordo, e i conti in ordine. E il Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo ha lodato il “trend positivo” di vari indicatori: in primis l’Indice di sviluppo umano, che adesso è “Alto”.
L’elettorato al tecnocrate di Asunción chiede di assicurare la tenuta di questo ciclo favorevole, riducendo le sacche di povertà ancora esistenti, e creando nuovi posti di lavoro formali, in campagna elettorale si è parlato di mezzo milione. E’ urgente poi un intervento nel settore energetico: ben il 41% dei consumi proviene da combustibili fossili. Ha un’ingente produzione di energia rinnovabile, specie idroelettrica, che è in gran parte esportata. Sarà poi necessario ridurre l’eccessiva dipendenza da un’agricoltura intensiva, molto condizionata da siccità e climate change. Mentre sul piano internazionale potrebbero esserci pressioni cinesi, poiché lo Stato guaranì è tra i pochi al mondo a riconoscere Taiwan, anziché la Repubblica popolare. Infine l’elettorato del Partido Colorado chiede al nuovo presidente di pacificare il “partito Stato”, o comunque di evitare, come avvenuto sinora, che i conflitti danneggino l’economia.

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