Il Fisco ci ammazza: 240 ore l’anno per pagare le tasse!

Tra i tanti primati negativi, l’Italia detiene anche il record Ue per le lungaggini e le complicazioni della burocrazia fiscale: per pagare le tasse servono 240 ore l’anno, 85 ore in più rispetto alla media dei Paesi dell’Eurozona. D’altronde non poteva essere diversamente, considerato il numero eccessivo di gabelle e imposte del Belpaese, che tra l’altro non servono a ripianare non il debito pubblico, che continua a crescere vertiginosamente, ma neppure i suoi interessi!
Tra Iva, Irpef, addizionali Irpef, Irap, Ires e ritenute di imposta, Tais, Imu, ecc, ecc, l’erario ha incassato a fine 2016 la bellezza di 55,3 miliardi di euro! Dove sono andati a finire, considerate le penose condizioni in cui versa il Paese, non riusciamo a saperlo. Una sola cosa sappiamo con certezza, che lavoriamo solo per pagare le tasse! Oltre all’eccessivo peso fiscale – segnala la Cgia – sul mondo delle imprese insiste un eccessivo numero di adempimenti burocratici che ostacola il lavoro di chi fa impresa. Secondo i dati pubblicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la burocrazia costa al sistema delle Pmi italiane quasi 31 miliardi di euro all’anno. Con troppe tasse e una burocrazia che non accenna a diminuire, anche i costi indiretti legati al pagamento delle imposte costituiscono un grosso problema. Per cui in Italia sono necessari 30 giorni lavorativi per pagare le tasse: in altre parole, tra le code agli sportelli, il tempo perso per recarsi dal commercialista, per compilare moduli, registri e schede, le imprese italiane impiegano 240 ore all’anno per onorare gli impegni con il fisco. Rete Imprese Italia indica quattro linee guida per semplificare la vita delle imprese: 1. il riordino in testi unici delle disposizioni fiscali; 2. la stabilità nelle disposizioni che impongono gli adempimenti fiscali; 3. la non retroattività delle disposizioni tributarie e la “costituzionalizzazione” dello Statuto del contribuente; 4. i controlli fiscali non devono incrementare gli oneri burocratici delle imprese e deve essere introdotta una reale valutazione d’impatto preventiva delle nuove disposizioni, come pure una verifica periodica sull’efficacia delle norme stesse spesso introdotte per finalità di contrasto all’evasione. Rete Imprese Italia ha inoltre evidenziato come negli ultimi mesi sia ricominciato un periodo caratterizzato da nuovi oneri ed adempimenti a carico delle imprese. In particolare, l’associazione segnala due nuovi adempimenti: l’obbligo di comunicazione analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute, con periodicità trimestrale e l’obbligo di comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA, sempre con periodicità trimestrale. Sulla stessa lunghezza d’onda è il decreto legge n. 50 del 2017, con il quale è stata prevista una ‘stretta’ sulle compensazioni fiscali, incrementando il numero dei casi in cui è necessaria l’apposizione del visto di conformità per poter compensare i propri crediti, obbligando all’utilizzo esclusivo delle procedure telematiche dell’Agenzia delle entrate. Il tutto a fronte di un fisiologico incremento di crediti fiscali a seguito dell’allargamento del campo di applicabilità dello split payment. Insomma, pagare le tasse e stare in regola con il fisco è non solo una fatica economica ma pure fisica!

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