I Piloti con la coda rossa.

di Luca Anedda. Qualche giorno fa è deceduto Colin Powell, primo afroamericano a diventare Capo di Stato Maggiore della Difesa degli Stati Uniti e successivamente Segretario di Stato. Una figura che ha lasciato un segno indelebile nella storia americana degli ultimi 40 anni. In un suo ultimo discorso aveva ringraziato i leggendari “Tuskegee pilot” per aver aperto la strada a quella che sarebbe stata la fine della segregazione nelle Forze Armate. È una storia epica. Come una fiaba in cui il Cavaliere senza macchia e senza paura sconfigge le forze del male e salva la Principessa. È la storia dei primi piloti afroamericani che contro tutto e tutti hanno coronato il sogno di una vita: diventare piloti da caccia. George Lucas 10 anni fa ci fece un film.

Seconda guerra mondiale. La segregazione dei neri era ancora presente in tutto il Paese e molto pressante negli Stati del sud. Roosevelt fu rieletto per il suo terzo mandato con la promessa che avrebbe creato le premesse per una maggiore inclusione. Ed è così che fu creata la prima scuola di volo per piloti neri a Tuskegee un piccolo paesino nello Stato dell’Alabama.

Il Dipartimento della Difesa Americano, qualche anno prima, aveva pubblicato uno studio nel quale si tratteggiava l’afroamericano come un soldato poco coraggioso, inabile a ricoprire ruoli di comando, incapace a svolgere mansioni che richiedessero doti tecniche e di coordinamento. Inoltre, la segregazione imponeva la totale separazione dei luoghi all’interno delle basi.

Con queste premesse il solo ipotizzare un corso di pilotaggio per piloti afroamericani sembrava una cosa impossibile. Ma l’allora Capo di Stato Maggiore della Difesa non era persona che accettava un no come risposta, e dunque su volere di George Marshall, la scuola di Tuskegee prese il via.

Tuskegee Pilots

La strada di questi giovani aspiranti piloti fu durissima. Nessuno credeva e voleva che il programma avesse successo. A partire dal Colonnello comandante della base, bianco, tutti speravano in un fallimento di questi ragazzi.

Ricordo che quando l’Aeronautica Militare mi inviò negli Stati Uniti presso la base di Columbus in Mississippi, il corso di pilotaggio durava poco più di un anno. Un anno durissimo fatto di orari infernali, continue valutazioni, esami e sfide quotidiane. L’unico antidoto a tutto questo era la voglia di volare e di diventare un pilota da caccia. Però eravamo comunque immersi in un sistema che era sì severo, ma attentissimo a che avessimo tutto ciò che ci serviva per arrivare al successo finale. Eravamo ben voluti dai nostri superiori che tifavano per noi. Non così per questi ragazzi che avevano tutto contro.

Benjamin O. Davis Jr

Eppure, alcuni di loro ce la fecero. Fu creato il primo Gruppo di volo, il novantanovesimo, di soli piloti neri. Comandante fu nominato Benjamin O. Davis Jr, un Ufficiale pilota straordinario. La sua storia è incredibile. Entrò a West Point nel 1932, unico afroamericano del Corso. Durante i quattro anni di Accademia non gli fu mai rivolta la parola dai suoi compagni se non per motivi ufficiali. La loro speranza era che abbandonasse. Ma così non fu.
Il Gruppo fu inviato in Europa, non senza ulteriori ritardi dovuti alle resistenze dei Comandanti di Teatro che erano riluttanti ad impiegare un Gruppo di volo di piloti neri. Dopo 12 mesi dalla costituzione del Gruppo, furono finalmente inviati in Europa e combatterono nel teatro italiano con missioni su Pantelleria e Anzio. Furono poi basati a Ramitelli, vicino Foggia dove diventarono i “Red Tail”.

Il loro ruolo era quello di scorta ai bombardieri che conducevano le missioni in nord Italia ed in Germania. Ben presto la loro fama si sparse e molti gruppi bombardieri richiedevano specificamente i piloti dalla coda rossa come scorta. Ignoravano molto spesso che il colore della pelle dei piloti non fosse bianca, ma la loro tattica di “copertura” dei bombardieri faceva si che il rateo di abbattimento dei grossi quadrimotori fosse inferiore rispetto ad altri. Anche i tedeschi li temevano. A Ramitelli, gli italiani non facevano caso al colore della loro pelle. Erano americani, piloti da caccia americani. E basta.

Pilots Red Tails

Ricevettero medaglie e onori, e divennero una leggenda.

Tornati in patria, sbarcando dalla nave che riportava le truppe dall’Europa, furono accolti da un cartello che diceva: “i bianchi a destra e le truppe di colore a sinistra”. Dopo centinaia di missioni di guerra, aerei nemici abbattuti, piloti persi, il novantanovesimo Gruppo tornava alla realtà della segregazione che ancora imperava in madrepatria.

Ma la strada era tracciata e molti ritengono che il loro contributo dato alla battaglia per la parità tra bianchi e neri fu importantissimo.

Ecco perché non solo Colin Powell ha tributato il suo riconoscente saluto ai “Tuskegee pilot”, ma anche tutti i Presidenti degli Stati Uniti che si sono via via succeduti, sia Democratici che Repubblicani.

Uomini eccezionali, piloti da caccia valorosi. Un esempio.

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