Stop al finanziamento pubblico dei partiti.

Stanno privatizzando tutto, pure i partiti e la politica! Il Consiglio dei ministri ha trovato proprio in queste ore l’accordo sull’abrogazione delle norme sul finanziamento pubblico ai partiti. Lo afferma il premier Enrico Letta, su Twitter. I finanziamenti avverranno da parte dei privati
grazie a meccanismi fiscali semplificati, erogazione di servizi e dunque sostegno “non monetario” da parte del pubblico, procedure “rigorose” per la trasparenza di statuti e bilanci. Sarà questo il nuovo meccanismo di finanziamento ai partiti, quando – entro la prossima settimana – il governo varerà il disegno di legge che ne abroga il finanziamento pubblico e ne contiene la disciplina per assicurare la trasparenza e la democraticità del loro funzionamento. Lentamente stanno riuscendo nel “loro” intento: privatizzare tutto, e tassare tutto, pure l’aria che respiriamo! Hanno deciso di seppellire il servizio pubblico sotto le macerie di una pessima gestione della cosa pubblica, per consegnarla nella mani del privato! Ciò avviene nell’istruzione con università e scuole private di ogni ordine e grado che nascono dappertutto come funghi, avviene nella sicurezza dove le forze dell’ordine sempre meno impegnate sul territorio lasciano gradualmente il posto alle polizie private, avviene nelle pubbliche amministrazioni dove la stragrande maggioranza dei servizi sono esternalizzati nel nome dell’outsourcing, e sta avvenendo in un settore nevralgico del Paese quale il Servizio Sanitario Nazionale. Tant’è che entro 1.000 giorni il S.S.N. rischia di scomparire! A lanciare il grido d’allarme è FederAnziani, la federazione delle associazioni della terza età che attraverso il suo Centro studi di economia sanitaria è arrivato alla conclusione che, senza un deciso cambio di rotta in meno di 3 anni lo Stato non potrà più garantire il Servizio Sanitario. La tesi parte proprio dagli studi del Ministero della Salute pubblicati negli ultimi giorni, nei quali è provato un netto aumento del ricorso ai servizi sanitari, alle prestazioni, alle indagini di laboratorio da parte dei cittadini, che per “esigenze economiche” preferiscono il privato a pagamento, in quanto più veloce ed economico rispetto al pubblico. Come dire ticket e superticket sono troppo cari e le prestazioni, nel privato, sono eseguite in ambienti confortevoli, puliti, senza liste d’attesa e spendendo pure di meno! Ma davvero privato è meglio che pubblico? Ma siamo poi così sicuri del fatto che privato sia bello, tutto rose e fiori, insomma un’isola felice? Al Centro studi di FederAnziani  sostengono – e come dargli torto – che non si può continuare a volatilizzare miliardi di euro in sprechi inutili da parte di ospedali come ad esempio le mense o i pasti, lavanderia, spese telefoniche, e inserire ticket aggiuntivi e superticket per sostenere il sistema, favorendo così l’allontanamento dei cittadini dal SSN, o come nel caso delle vaccinazioni, non tenere in considerazione gli 8.000 morti l’anno a causa delle complicanze dell’influenza e continuare a impostare le circolari ministeriali o soprattutto a indire gare d’appalti regionali per l’acquisto dei vaccini con prodotti obsoleti o in altri casi non prioritari per la salute pubblica. Tutto ciò è a dir poco scandaloso. Il SSN – prosegue FederAnziani – non può continuare a sostenere “costi inutili”, come le staminali, che inducono nella popolazione false speranze per sostanze e terapie erogate senza tener conto degli aspetti regolatori. Non si può speculare sulle malattie della popolazione e ignorare le agenzie regolatorie. Così facendo si rischia di finire nel Far West. Le cure devono essere di comprovata efficacia e sicurezza e non essere immesse sul mercato e somministrate ai pazienti senza studi completi. Senza il lavoro di controllo delle agenzie regolatorie (FDA, EMA, AIFA) non ci saranno più garanzia di qualità, sicurezza dei farmaci, né farmacovigilanza, quindi saremo di fronte al vero Far West. E ancora! Per facilitare i piani di rientro, alcune regioni, come ad esempio la Campania per decreto (n.156/2013), non permettono più ai loro cittadini di curarsi nelle altre regioni dove c’è eccellenza, ignorando il diritto alla salute e la Costituzione italiana. Nel perseverare in tutto ciò – conclude FederAnziani – ci si allontana dall’unica strada possibile: occorre ridare centralità al sistema, abolire il titolo V, indire gare nazionali e perseguire l’uguaglianza delle prestazioni sanitarie nel Nord-Centro-Sud. Secondo FederAnziani, se le istituzioni, Regioni per prime, non si impegneranno in questa direzione, continueranno a sperperare in maniera sconsiderata le tasse versate dai cittadini e finiranno per distruggere il Servizio Sanitario Nazionale in non più di mille giorni. Insomma la situazione è drammatica: troppi sprechi, pochi posti letto, poco personale, liste d’attesa infinite e prestazioni mediche carenti a fronte di sempre maggiori tasse. Il servizio pubblico ha di fatto scaricato i cittadini italiani ai quali non resta che pagare due volte per curarsi: una volta il S.S.N. e un’altra la clinica privata!

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