Elezioni in Fvg, Fedriga: “Impedire ai richiedenti asilo di circolare liberamente”.

de il populista. Massimiliano Fedriga, candidato per la Lega e il centrodestra alle regionali in Friuli Venezia Giulia, in programma domenica 29 aprile, vola nei sondaggi.

Gli ultimi diffusi prima dello stop elettorale, lo accreditano di una forbice che va dal 47 al 51%, in crescita rispetto al dato già stratosferico della settimana precedente. Il candidato del PD Sergio Bolzonello, il vice Serracchiani degli ultimi 5 anni, arranca a circa 20 punti di distanza (forbice tra il 26 e il 30%), nonostante una campagna aggressiva fondata sul discredito dell’avversario. Evidentemente i cittadini del Fvg vogliono voltare pagina dopo anni di malgoverno targati PD. Dato deludente, almeno stando alle rilevazioni, per il candidato del M5S Alessandro Morgera, valutato tra il 18 e il 22%. La Lega, primo partito in regione Fvg dopo l’exploit del 25,4% alle Politche, veleggerebbe verso uno strabiliante 30%. È bene ricordare che i sondaggi vanno presi con le molle e che gli errori di valutazioni da parte degli esperti, da anni, assumono spesso dimensioni clamorose: basti ricordare che per le ultime Politiche le rilevazioni più generose attribuivano alla Lega il 13% a livello nazionale, con Forza Italia avanti di 3 o 4 punti. È successo l’esatto contrario con i salviniani quasi al 18% e i berlusconiani al 14. Fedriga ha già dichiarato che le analisi demoscopiche non devono condizionare la sua campagna elettorale, condotta pancia a terra in mezzo alla gente, alle imprese e ai lavoratori. Sull’immigrazione il candidato governatore, già capogruppo della Lega alla Camera, ha le idee molto chiare. “C’è chi l’ha definita un passaggio epocale impossibile da fermare e chi ha proposto fantomatiche soluzioni. La mia proposta è molto semplice: più controlli ai confini, che ne eviterebbero la chiusura e creazione di centri che, pur con un trattamento degno e rispettoso, impediscano la libera circolazione sul territorio di chi è in attesa di un riconoscimento visto che, fino a prova contraria, non sappiamo chi siano e cosa abbiano fatto queste persone“. Il punto è invertire la rotta rispetto all’accoglienza diffusa praticata dal governo PD e di cui la regione Fvg guidata dalla Serracchiani è stata capofila: “Quando viene fatta l’identificazione, gli immigrati forniscono un nome e una data di nascita molte volte inventata. Alla caserma Cavarzerani, ad esempio, sono nati tutti il primo gennaio. Non sappiamo nulla di loro, non sappiamo se siano individui scappati dalla carceri durante le primavere arabe o comunque con alle spalle dei precedenti”. In Friuli Venezia Giulia la questione è particolarmente delicata: “Noi subiamo principalmente un’immigrazione di afgani e pakistani che passano attraverso altri paesi europei. In questo senso non siamo un paese di confine: subiamo appunto un’immigrazione che arriva da altri paesi europei, è bene non dimenticarlo. Si tratta di afgani e pakistani respinti da Germania e Austria o ai quali è stata rigettata la domanda di asilo in quei paesi. La regione prima di tutto deve chiedere controlli ai confini. Non possiamo prendere immigrati già entrati da clandestini in altri paesi. Questo non significa chiudere i confini, anzi, in prospettiva effettuare controlli rigorosi e far rispettare le regole, consentirà di mantenerli aperti”.

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