È il momento di difendere l’Europa con un esercito europeo.

di Francesco Alberoni. Questo non è il momento di dividere l’Europa ma di rafforzarla. E un modo per farlo è creare un esercito europeo che consenta di fronteggiare i pericoli interni ed esterni e perlomeno di pattugliare i nostri confini.
Un esercito non serve solo per le guerre, è una forza che può essere impiegata in molti modi nei momenti del bisogno e del pericolo. È una forza simbolica unificante.
Creare un esercito con i giovani di tutti i Paesi aumenterebbe l’integrazione, la comprensione e la conoscenza reciproca.
Abbiano visto l’utilità dell’Erasmus sul piano scolastico culturale. Ma altrettanto potrebbe fare un esercito in cui i giovani hanno la stessa divisa, la stessa bandiera, gli stessi simboli e una meta comune.
Non è mai esistita una nazione, non è mai esistito uno Stato senza esercito perché esso ne costituisce l’ossatura interna, la potenza stabile con cui tutti si identificano e a cui tutti possono fare ricorso. Per una nazione è fondamentale sapere che nel momento del pericolo deve poter contare su se stessa, sulla sua forza, sulla sua determinazione e non dover dipendere da potenze e ad alleati esterni che fanno i propri interessi.
Da tempo la nostra difesa l’abbiamo affidata alla Nato, l’alleanza atlantica creata per fronteggiare il pericolo sovietico.
Ma un giorno questo pericolo è scomparso e la Nato ha continuato ad esistere dandosi altri obbiettivi stabiliti soprattutto dagli Usa e dai suoi interessi. Essa ha agito utilmente nei Balcani ma cosa ci fanno i nostri soldati in Afghanistan, in Irak, nel Kosovo e in Siria? E di fronte al vero pericolo europeo, l’ondata migratoria asiatica e africana, cosa ha fatto la Nato nonostante le sue basi in Turchia, cosa ha fatto la sterminata marina americana? Niente.
La mancanza di un esercito comune ha contribuito in modo essenziale alla mancata formazione di una comune politica estera europea, alla mancata indicazione di quelli che sono i nostri più specifici interessi e bisogni. E oggi ci accorgiamo che, senza un nostro esercito, non riusciamo nemmeno a identificare con chiarezza i nostri confini, a pattugliarli e a difenderli.

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