E adesso voltiamo pagina!

Scandali, ruberie, impicci e imbrogli fino alla nausea, fino a non poterne più! Basta! Sono tutti uguali, mandiamoli a casa! E non è qualunquismo! Destra, sinistra e centro. E’ un continuo susseguirsi di scandali! Dal nord al sud fino ai rumors capitolini del Laziogate, ormai nel Belpaese le furfanterie sembrano la regola nazionale, dall’infame serie del “così fan tutti”! E non è populismo! Vicende squallide, a dir poco imbarazzanti. Ma non per “loro”, che degli scandali se ne fregano e continuano a fare man bassa dei denari pubblici, ad accumulare privilegi e a scalare la carriera politica e sociale a colpi di tangenti, corruttele e ruberie varie. La politica “ostriche&champagne” rigorosamente a spese del contribuente si è mangiata ormai tutto e a questo punto non le resta che mangiare se stessa! E’ la malapolitica che si autofagocita! E’ la fine di una classe dirigente ormai arrivata al capolinea, ma che non vuole scendere! Ma bisogna farli scendere! E questo compito spetta costituzionalmente agli elettori. Lo strappo fra Palazzo e Paese, la frattura fra politica e cittadini è ormai insanabile! La “casta” non ha saputo, né voluto autoriformarsi, né tantomeno fare pulizia in casa propria! “Loro” a forza di scandali sono diventati impermeabili alla “vergogna”! Il rischio è che anche la gente per bene diventi “indifferente” allo schifo, al disgusto, alla nausea e alle immondizie tirategli addosso per decenni da questa classe dirigente che ha sommerso di spazzatura tutte le cose belle di cui gli italiani dispongono e sono capaci, trasformando il Belpaese in una  “discarica” a cielo aperto, nella fogna dell’affarismo selvaggio e spregiudicato! Pretendere il ricambio di questa classe dirigente non è un qualsiasi “grillo populista” che salta per la testa della gente da un giorno all’altro, ma un diritto sacrosanto. La politica nel bene anche se fino ad oggi lo è stata soprattutto nel male, è e sarà sempre e comunque la nostra vita. E per tentare di restare vivi bisogna restituire alla politica la dignità, la nobiltà, l’autorità ed il rispetto perduto. La politica è un “cosa seria”. Fare politica è una “cosa alta”, resa infima e bassa da “loro” che la hanno calpestata e asservita al proprio tornaconto personale, smarrendo il senso delle istituzioni e dello Stato, perdendo di vista ogni regola etica, morale e giuridica, avvilendo il senso civico, perdendo il rispetto per “loro” stessi, per  i “loro” elettori e per la cosa pubblica! Per far risorgere la politica ai livelli che le competono è rimasto un solo modo: cambiare le persone che la fanno!

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