Crescono le disuguaglianze nel mondo: aumenta la povertà!

A chi tutto e a chi niente! Crescono le disuguaglianze nel mondo allargando sempre di più la forbice tra ricchi e poveri! Con i ricchi che diventano sempre più ricchi e i poveri che oltre a diventare più poveri crescono anche di numero fagocitando il ceto medio, ovvero anche quello stato sociale che fino a qualche anno fa stava nel mezzo del ‘a chi tanto’, ‘a chi poco’ e ‘a chi niente’! La globalizzazione, l’euro, le multinazionali, le lobby e l’establishment dettano le regole del gioco servendosi dei politici di turno eletti e mandati a casa a secondo delle loro convenienze: i dati dicono che multinazionali e super ricchi continuano ad alimentare la disuguaglianza, facendo ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e usando il loro potere per influenzare la politica.
E comunque, bastano i primi 8 ‘Paperoni’ del pianeta per fare la ricchezza dei 3,6 miliardi più poveri. E’ quanto calcola il rapporto Oxfam – la ong britannica attenta all’economia sociale – che conferma il dato che emerge dal 2015: l’1% dei più facoltosi al mondo possiede quanto il restante 99%. In un contesto di crescenti contrasti la ricchezza cumulata da un’esigua minoranza di super ricchi sta crescendo a dismisura tanto che, con questo ritmo, tra 25 anni potremmo trovarsi di fronte al primo ‘trillionario’, con una ricchezza superiore ai 1.000 miliardi di dollari. Il rapporto aggiorna i dati della disuguaglianza in occasione dell’appuntamento del World Economic Forum che vede i potenti del mondo riuniti a Davos, nella cittadina svizzera del cantone dei Grigioni nota per la sua ”montagna incantata”. Tanto che viene accompagnato da una petizione rivolta ai governi per chiedere una serie di interventi in favore di una economia umana. Otto i punti sollecitati: politiche per arginare la concentrazione di ricchezza; stop alla concorrenza fiscale al ribasso; sostegno a modelli di business non orientati solo a massimizzare il profitto; incoraggiamento di innovazioni tecnologiche a vantaggio di tutti; una transizione verso l’uso di energie rinnovabili; la promozione dello sviluppo in base anche ad indicatori relativi al benessere dei cittadini e non solo del Pil. Certo, ma non basta. Occorre redistribuire la ricchezza, costringendo “i ricchi” del mondo a reinvestire almeno il 50 per cento dei loro profitti in nuovi posti di lavoro e welfare!

La classifica e i patrimoni degli 8 super-paperoni. In testa c’è Bill Gates, fondatore di Microsoft con 75 miliardi. Poi Amancio Ortega di Zara con 67 miliardi, Warren Buffett (finanziare) con 60,8, Carlos Slim (messicano delle telecomunicazioni) con 50 miliardi, Jef Bezos (fondatore di Amazon) con 45,2 miliardi, Mark Zuckerberg di Facebook con 44,6 miliari, Larry Ellison (Oracle) con 43,6 miliardi e infine, Michael Bloomberg (settore media) con 40 miliardi. 

L’elenco dei paperoni nostrani va da Rosa Anna Magno Garavoglia (recentemente scomparsa) del gruppo Campari allo stilista Giorgio Armani; da Gianfelice Rocca a Silvio Berlusconi passando per Giuseppe De Longhi e Augusto e Giorgio Perfetti.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *