Contro il linguaggio generico del “Decreto Rave” che limita il diritto al dissenso.
di Leonora Masini. Il cosiddetto “Decreto Rave” proposto dal governo Meloni ha un linguaggio generico che di fatto danneggia il diritto alla manifestazione nonviolenta di dissenso. La norma si applica quando più di cinquanta persone invadono in modo “arbitrario” terreni o edifici, pubblici o privati e da ciò ne può derivare “un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Pena prevista dal decreto: fino a sei anni di carcere e misure preventive prese dal codice antimafia. 6 anni: pena che viene imposta anche a chi commette omicidio colposo, smisurata a confronto dell’organizzazione di raduni di oltre 50 persone. Leonora si oppone a questo eccesso di punizione. Sei d’accordo?
Il testo del decreto che questa petizione contesta è il seguente: “Invasione di edifici finalizzata a raduni di oltre 50 persone da cui possono derivare pericoli per l’incolumità pubblica, l’ordine pubblico o la sanità pubblica”. Pena prevista dal decreto: fino a sei anni di carcere e misure preventive prese dal codice antimafia. Questa petizione si oppone alla pena di 6 anni prevista dal decreto come punizione per chi organizza i raduni citati sopra, una pena che viene imposta anche a chi commette omicidio colposo e dunque smisurata a confronto dell’organizzazione di raduni di oltre 50 persone.
Chiudiamo con una domanda per la Presidente Meloni: secondo il testo del suo decreto, un raduno di piazza non autorizzato di No-Vax sarebbe un’invasione da cui possono derivare pericoli per la sanità pubblica, o no?
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