CONDANNATO. Ma il Cavaliere ‘cassato’ non molla!

Tutti appesi ad un filo. Tutti loro, tranne noi, cittadini delusi dalla politica e dai politici. Tutti col fiato sospeso. Tutti loro, tranne noi elettori del Pd o del Pdl gabbati dal partito unico dell’inciucione. Tutti loro, amici e nemici, simpatizzanti e contrari, tutti loro, insomma, tranne noi, comuni contribuenti spremuti come limoni per ripianare i loro debiti, in trepida attesa di quella data, di quel fatidico 30 luglio, di quella sentenza dalla quale sarebbero dovute dipendere le sorti non di un solo uomo, ma addirittura di un’intera nazione. E invece slitta tutto. Prima di qualche ora. Poi di qualche giorno. Il pronunciamento della Cassazione in merito all’innocenza o alla colpevolezza dell’imputato Silvio Berlusconi, tarda a venire e si fa ancora attendere. 
E finalmente ecco la sentenza a reti unificate (ma senza che nessuno, ospite o conduttore, fosse in grado di interpretarla in tempo reale)Colpevole. Per la Suprema Corte i processi di Milano sono stati regolari. Tranne la svista sull’interdizione dai pubblici uffici, le sentenze sono state formulate dai magistrati milanesi nel rispetto delle norme e delle procedure: Silvio Berlusconi è colpevole! 
Nonostante quel collegio di avvocati tra i più prestigiosi d’Italia e che nessun altro cittadino avrebbe mai potuto permettersi, nonostante le televisioni, i giornali, il partito e l’opposizione “amica e alleata” di governo, il verdetto è: Colpevole! 
In un altro Paese – dove ci si dimette magari per essere stati sorpresi a sfogliare una rivista hard dal barbiere – un politico condannato in via definitiva per frode fiscale e interdetto dai pubblici uffici si sarebbe immediatamente ‘allontanato’ – sua sponte – dalla vita politica. Ma lui , NO! 
IL CAVALIERE, che di fatto incassa la sua prima vera sconfitta della vita, lui che ha vinto sempre, comunque e ovunque, nell’edilizia, nell’editoria, nelle televisioni, nel calcio e nella politica, NON MOLLA: “La sentenza mi rende sempre più convinto che una parte della magistratura sia irresponsabile. In cambio dell’impegno che ho profuso nel corso di quasi vent’anni a favore del mio Paese, giunto ormai quasi al termine della mia vita attiva, ricevo in premio delle accuse e una sentenza fondata sul nulla assoluto, che mi toglie addirittura la mia libertà personale e i miei diritti politici. Ma resto in campo con Forza Italia e chiederemo agli italiani la maggioranza”. 
In un Paese normale, dove l’opposizione fa per davvero opposizione e non inciuci da vent’anni con il condannato, questa dichiarazione d’amore  per l’Italia e gli italiani – all’insegna del ‘piagni e fotti’ – forse ce la saremmo potuta risparmiare. 
Ma l’Italia non è un Paese ‘normale’. Il permanere del conflitto di interessi, la sua mancata incandidabilità, le concessioni delle frequenze televisive nazionali a prezzi stracciati, insomma la vita politica e imprenditoriale di Berlusconi, per non parlare di quella privata, hanno avuto e continuano ad avere in tutti questi anni un solo vero grande e potente alleato: l’ex partito comunista italiano ieri Pci, poi Ds e oggi Partito Democratico – da sempre diviso in lotte intestine – che ha garantito al “politico-imprenditore” ricchezza e impunità, pur di salvarsi dall’ennesima scissione. Insomma il Cavaliere è stato per vent’anni il collante della sinistra. 
E sono per l’appunto vent’anni che il Paese discute del conflitto d’interessi del Cavaliere, dei suoi processi, del suo stile di vita, dei suoi affari di famiglia e della sua ineleggibilità. Ma sono pure vent’anni che gli italiani, o meglio buona parte degli italiani, per l’esattezza circa dieci milioni di elettori, lo votano contro lo spauracchio dei “comunisti”! Ed in questo eterno gioco delle parti (PCI-DC, DS-Forza Italia, Pd-Pdl), lui, il Cavaliere, è rimasto sempre lì in cabina di regia a dettare i tempi e le condizioni dei governi da lui stesso presieduti o appoggiati. E adesso la condanna definitiva, l’interdizione dai pubblici uffici. 
Ammesso e non concesso che ci fosse bisogno di una sentenza di condanna a carico dell’uomo che ha segnato un’epoca per meriti suoi, ma soprattutto per demeriti di chi non ha saputo colmare degnamente il vuoto politico lasciato dalla Democrazia Cristiana e di chi non ha saputo o non ha voluto fare opposizione, fatto sta che comunque un’altra era si sta chiudendo. Così come si è chiusa quella del ventennio fascista, quella della guerra fredda tra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica, quella della Cina di Mao, quella della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista, quella di mani pulite, così oggi, o al massimo domani o dopodomani, si sta concludendo anche l’epoca del berlusconismo. 
Ma l’Italia del dopo Berlusconi saprà voltare pagina, saprà affrontare e risolvere una volta per tutte i problemi degli italiani? L’Italia del dopo Berlusconi saprà rinnovarsi e avrà la volontà e la capacità di ricostruire ex novo un Paese vecchio, stanco, logoro e ridotto in macerie da anni ed anni di immobilismo, inefficienza, scandali e ruberie? Gli ospedali, le scuole, i tribunali, gli uffici pubblici, le fabbriche, le istituzioni, i cittadini italiani aspettano tutti quanti risposte concrete. 
Fatti e non più chiacchiere, confidando nella comune volontà che finalmente si attui quel nuovo Rinascimento Italiano che riconsegni l’Italia e gli italiani al ruolo di protagonista nel nuovo mondo. Quel ruolo che compete di diritto ad un popolo e ad una nazione che se bene governata e amministrata sarebbe senza ombra di dubbio la prima potenza mondiale per ingegno, creatività, arte, storia, cultura, manufatti, prodotti e bellezze naturali. Questa la sfida del dopo Berlusconi, questo il lavoro che attende le nuove classi dirigenti. Cambiare è possibile, ma bisogna crederci, bisogna volerlo, bisogna lavorarci sodo, tutti insieme. O adesso, o mai più!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *