Cina e India sono i paesi che producono più CO2.
di Attilio Runello. A tgcom24 in una intervista del 30 settembre il direttore della Stampa ha detto, riferendosi ai giovani di Greta Thunberg riuniti in questi giorni a Milano, che le proteste le dovrebbero rivolgere ai governi che inquinano di più, cioè ai governi asiatici: Cina in primo luogo che ha molte centrali a carbone e le produce anche all’estero. Poi India, Pakistan, Bangladesh, Indonesia.
I paesi europei e gli Stati Uniti hanno fatto molto negli anni per ridurre le emissioni e attraverso il nuovo progetto la Ue intende ridurle del 55% entro il 2030.
Aggiungiamo noi che il progetto è dell’Unione nel suo complesso, anche se un paese in particolare la Polonia non è favorevole.
Il messaggio di Molinari è particolarmente importante sia perché non viene dai soliti politici di destra, sia perché avviene in un momento in cui i media sembra facciano a gara per ingraziarsi questi giovani.Esistono delle app che consentono di monitorare i livelli di inquinamento nel pianeta.
Ad eccezione del continente africano vi sono centraline ormai dappertutto.
E non ci vuole molto a costatare come i paesi che producono più cO2 sono Cina e India.
Negli accordi di Parigi, tanto celebrati dai giovani di Greta, si prevede che chi negli ultimi cento anni ha inquinato molto deve ridurre le emissioni. Gli altri invece possono continuare ad inquinare almeno sino al 2030.
La Cina e l’India inquinano da trent’anni. Sono l’Europa e gli Stati Uniti che inquinano da cento anni.
E questo fa capire anche perché Trump ne voleva uscire.
La Cina comunque qualcosa ha fatto: si impegna a ridurle a zero per il 2060. Ma nel frattempo le aumenta. In contemporanea pianta alberi e ha un discreto numero di parchi eolici.
Di fronte a un’opinione pubblica pronta a credere alla favoletta della ragazzina svedese che salverà il mondo e si batte contro i potenti con slogan preconfezionati da abili spin doctor, credo che il problema non sia il potere dell’élite ma la stupidità e la credulità delle masse