Il bonus del “premier senza voto” è una questua! Per adeguare salari e pensioni al costo della vita c’è la contrattazione e la perequazione.
strappo autoritario di chi si crede il padrone del mondo e pensa di tenersi buona la gente di questo Paese lasciando cadere, di tanto in tanto, qualche briciola dalla grande mangiatoia dove la casta e gli amici degli amici non finiscono mai di abbuffarsi! Ma non è così che funziona in un Paese libero e democratico. Per rivalutare gli stipendi ci sono i “tavoli contrattuali” e per adeguare le pensioni al caro vita esiste il meccanismo della “perequazione automatica”. Sarebbe sufficiente rispettare e applicare questi meccanismi istituzionali per ristabilire il giusto potere d’acquisto di lavoratori e pensionati che reclamano da anni giusti e legittimi adeguamenti reddituali al costo della vita. Stipendio e Pensione sono un sacrosanto diritto, altrettanto lo sono i relativi adeguamenti reddituali all’inflazione. I lavoratori italiani hanno ottenuto questi diritti dopo anni di lotte e rivendicazioni sindacali, e oggi quei diritti non possono e non devono passare come una questua concessa dal padrone al servo, solo perché il padrone ha così deciso! Per adeguare salari e pensioni al costo della vita esistono i contratti collettivi e gli istituti previdenziali e non certo il bonus di un “premier senza voto”!
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Grazie anche alla nostra Magistratura che NON FUNZIONA
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