Un “grillino” sul trono di Pietro!

Non ha mai avuto nè autista, né macchine blu, nè codazzi e non era difficile neppure incontrarlo in metropolitana oppure negli autobus della sua Buenos Aires dove ha rinunciato agli agi della vita ecclesiale per vivere in un piccolo appartamento dove da solo provvedeva a fare la spesa, a preparare il pranzo e la cena. Anche a Roma, dove comunque arrivava per “incarichi ufficiali”, si è mosso sempre a piedi e con i mezzi pubblici. Papa Francesco, un nome che evoca il saio, la povertà, la semplicità e l’umiltà del poverello d’Assisi. “I miei fratelli hanno scelto un uomo che viene quasi dalla fine del mondo”, ha detto Papa Francesco alla folla acclamante in Piazza San Pietro, chiedendo a “capo chino” una benedizione del popolo su di lui, prima ancora della solenne benedizione papale “urbi et orbi”. Un atto di estrema umiltà, molto più forte che chiedere, come di rito, il “pregate per me”! Papa Francesco rappresenta la voglia di cambiamento e di rinnovamento, di pace e di giustizia, di solidarietà e di uguaglianza sociale, ma soprattutto di “pulizia” non solo nella Chiesa, ma nel mondo intero e per tutti i popoli. Papa Francesco sarà un Papa rivoluzionario, perchè incarna l’idea del ministero che si “abita” in favore del popolo, non per impadronirsene! Vestito di bianco, senza stola rossa e mozzetta pontificie, fra tutti quelli che erano affacciati al balcone di San Pietro era l’unico a non avere al petto la croce d’oro, ma un semplice crocefisso in ferro! Un segnale forte e chiaro di semplicità, umiltà e fratellanza soprattutto con i poveri e i bisognosi del mondo. E’ la prima volta, infatti, che la Chiesa elegge un gesuita come Papa, così come è il primo dell’America Latina. Un atto importantissimo in un momento di grave crisi del mondo occidentale, del capitalismo, della globalizzazione dei mercati e soprattutto dei valori etici e cristiani. Un messaggio universale e di rispetto per il Sud del mondo che deve far riflette tutti noi, credenti e non credenti. Viva il Papa!

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