UE propaggine degli Stati Uniti. I nemici dell’Europa stanno a Bruxelles e Strasburgo.

di Marcello Veneziani. Ma chi è il nemico principale dell’Europa? Non cercatelo fuori d’Europa e nemmeno al suo interno, tra i nazionalismi e i populismi. L’antieuropeismo è a Bruxelles, a Strasburgo, nel cuore dell’Unione europea, nei suoi palazzi e nelle sue istituzioni. E’ tempo di avviare un processo politico che parta dalla realtà e non dall’ideologia, e non abbia timore di toccare i poteri dell’eurocrazia.

Con la guerra in Ucraina, l’Unione europea ha chiaramente e nettamente dimostrato di non avere a cuore il ruolo, la sovranità, gli interessi e i valori europei, e di adottare scelte decisamente contrarie ai bisogni dei popoli europei. Poteva avere un ruolo autonomo e sovrano importante, come soggetto terzo rispetto al conflitto tra Russia e Stati Uniti e poteva diventare l’asse di equilibrio per trovare un compromesso, un punto di mediazione.

Invece ha scelto di schierarsi all’ombra degli Stati Uniti, sotto la cappa della Nato, pagando un costo spropositato sul piano economico, energetico e politico. Ha perfino accettato la finzione che gli Stati Uniti e la Nato siano scesi in campo per difendere l’Europa. E ha perfino gridato che la Russia di Putin aveva dichiarato guerra all’Europa e stava cominciando a invaderla a partire dall’Ucraina. Anche ad attribuire le peggiori intenzioni all’autocrate russo, il suo scopo era quello di riprendere quello spazio che per secoli fu l’Impero zarista e poi sovietico, riportando la Crimea e magari il Donbass nell’alveo russo. Ma Putin non ha mai pensato né dichiarato di minacciare l’Europa e fagocitarla in un disegno di espansione e d’impero. Ma non solo: ritenendoci attaccati e invasi, l’Europa ha di fatto dichiarato di essere belligerante nel conflitto contro la Russia, precludendosi ogni negoziato in cui porsi come un soggetto terzo, autonomo, indipendente, punto d’equilibrio tra le pretese egemoniche della Russia e l’egemonia planetaria degli Stati Uniti.

L’UE ha accettato di tornare a essere un satellite, una propaggine degli Stati Uniti, totalmente e servilmente allineati, sposando peraltro la linea di Johnson che è uscito dall’Europa e ha ripristinato l’asse atlantico con l’America del nord.

E dire che l’Unione europea fu possibile solo quando, alla caduta dell’Unione sovietica, del Muro di Berlino e del Patto di Varsavia, potemmo finalmente sganciarci dalla tutela americana e dall’ombrello della Nato. Non erano stati infatti i nazionalismi a impedire, come invece falsamente si racconta, l’unificazione europea; ma la divisione del mondo in due blocchi ci impediva di uscire di casa e di avere le chiavi di casa; ci impediva di unificarci. Solo quando si rese inutile il ruolo della Nato e non più necessaria la patria potestà statunitense, fu possibile portare a compimento nel 1992 l’Unione europea.

Ora abbiamo di fatto abdicato alla sovranità e all’indipendenza dell’Europa e abbiamo accettato di emettere sanzioni che oltre a compromettere ogni relazione con la Russia si ritorcono contro gli interessi primari dell’Europa, a partire dai suoi paesi più grandi come la Germania, la Francia e l’Italia stessa.

Per compiere questo passaggio abbiamo accettato la riduzione dell’Europa all’Occidente, che sottintende il primato americano e la strategia Nato, e abbiamo finto di ritenere che l’Occidente fosse il mondo intero. Mentre è ormai evidente che la globalizzazione non è più l’occidentalizzazione del mondo ma è un processo controverso e polimorfo dove il maggiore soggetto globale è la Cina, insieme al sud est asiatico. L’Occidente come noi l’intendiamo non comprende nemmeno la sua parte più popolosa che è l’America Latina ma l’Europa, gli Stati Uniti e il Canada, che sono i paesi con il più alto tasso di denatalità e una popolazione anziana e sovrappeso che arriva a malapena alla decima parte del pianeta.

Ma poi è evidente ormai da anni che i nostri interessi reali, economici, strategici e geopolitici divergono nettamente da quelli degli Usa. Non sono un fautore dell’Eurasia, ma credo che sia interesse primario dell’Europa trattare con la Russia e con l’Oriente senza il permesso dei genitori americani. Di questo se ne accorgono le singole nazioni come la Francia, la Germania, l’Ungheria; l’Unione europea no.

Volendo risalire alle origini di questo antieuropeismo in seno all’Unione europea, credo che il rifiuto delle radici europee sin dall’atto costitutivo e la ripetuta negazione della nostra civiltà cristiana, greca e romana, ne siano state le premesse ideali. Poi l’Europa dette priorità ai tecnici e alla finanza e fu disegnata a contrario, non come una realtà differenziata al suo interno e unita all’esterno ma l’opposto: l’Unione Europea comprime e deprime le identità nazionali che la costituiscono, tiranneggia i popoli, mortifica le differenze economiche al suo interno e la sovranità degli Stati nazionali, impone norme e strettoie.

E invece appare imbelle, disarmata rispetto al mondo esterno, incapace di una sua linea politica, strategica e militare autonoma, incapace di tutelare i suoi confini, di fronteggiare in modo unito la concorrenza asiatica, i flussi migratori, l’invasione commerciale cinese. A fronte della tenaglia che oggi ci stringe, ovvero la dominazione degli Stati Uniti e l’espansione cinese, eleviamo a nemico principale dell’Europa la Russia di Putin, che certamente è un’autocrazia che ha invaso l’Ucraina, ma a differenza di Usa e Cina non ha pretese egemoniche sull’Europa né ci invade coi suoi prodotti e i suoi modelli.

Per questo se cercate dove si annidano i nemici dell’Europa li trovate alla guida della Commissione Europea, tra i suoi alti commissari, ai vertici e nella maggioranza dell’Europarlamento, nelle corti di Strasburgo, tra gli eurocrati e i zelanti funzionari euro-atlantici, come ce ne sono anche da noi, alla guida dell’Italia… L’Europa cova serpi nel suo seno.

 

Fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/i-nemici-delleuropa-stanno-a-bruxelles-e-strasburgo/

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21 Responses

  1. Pascal ha detto:

    La “gestione delle migrazioni” rimane centrale nell’Ndci (Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale), il nuovo strumento finanziario nei settori della politica estera approvato per il periodo 2021-2027: il 10 per cento del bilancio totale di 79,5 miliardi di euro è riservato a progetti di gestione delle migrazioni, con la possibilità di attingere a una riserva di fondi non assegnati di 9,53 miliardi di euro in caso di “circostanze impreviste”, “nuove esigenze” o “sfide nascenti”.

  2. Zambilus ha detto:

    Un altro aspetto dell’Eutf apprezzato da molti esperti e operatori dello sviluppo è lo sforzo fatto dalla Commissione in termini di trasparenza e monitoraggio dei progetti. ” Non è stato introdotto fin dall’inizio, ed è un peccato”, sottolinea Camille Le Coz, “ma dopo le prime critiche la Commissione ha sviluppato un sistema di controllo e di valutazione e ha pubblicato regolarmente dei rendiconti sull’andamento dei progetti. Questo ha reso più facile monitorare l’attuazione complessiva dell’Eutf”.

  3. Ortello ha detto:

    Nel frattempo, Enabel, che è coinvolta in dodici progetti finanziati dall’Eutf, ha deciso di dedicare “almeno un anno all’inizio degli interventi a garantire il dialogo con gli attori locali, al fine di consultarli sulla stesura dei progetti”. Il risultato è che “abbiamo quasi sistematicamente ritardato la realizzazione, pur di non perdere il contatto con gli attori locali. Questo ripagherà a lungo termine, ne sono sicura. Nel frattempo, la Commissione ha potuto realizzare studi e analisi che hanno evidenziato l’importanza di coinvolgere i partner fin dalla progettazione degli interventi e i rischi legati alle soluzioni lampo in relazione alla sostenibilità dei risultati”.

    Tonegutti ci tiene anche a sottolineare le innovazioni positive portate dall’Eutf, in particolare il fatto che abbia incoraggiato la collaborazione tra i partner esecutivi – “accadeva già prima, ma non in questa misura” – e un approccio territoriale e multisettoriale ai progetti, “che ha spinto gli attori dello sviluppo a non pensare in termini di settori (istruzione, salute, infrastrutture…), ma piuttosto a costruire alleanze intorno a temi multidimensionali come la resilienza”.

  4. Decuriones ha detto:

    Mehari Maru ricorda che in vista del vertice di La Valletta, l’Unione africana (Ua) avrebbe voluto presentare una posizione comune, ma alcuni paesi membri dell’Ua, tra cui Etiopia, Niger, Nigeria e Senegal, “hanno preferito firmare accordi bilaterali con l’Ue”, attirati dai finanziamenti offerti attraverso l’Eutf. “È stato il risultato di una diplomazia migratoria aggressiva”. Divisi di fronte alle pressioni dell’Ue, ai paesi africani è stato anche chiesto di accettare un ruolo minore nel nuovo programma di finanziamento. Come spiega Raffaella Greco Tonegutti, esperta di migrazione e sviluppo all’Enabel, l’agenzia belga per lo sviluppo, “i programmi precedenti prevedevano un significativo coinvolgimento delle parti interessate nei paesi partner, sia nella fase di progettazione e formulazione sia nella fase contrattuale. Come agenzia di sviluppo, eravamo abituati a programmi cofirmati con i nostri partner locali”.

  5. Vanellas ha detto:

    verbali delle riunioni del consiglio di amministrazione dell’Eutf, presieduto dalla Commissione e composto da rappresentanti dei paesi donatori e, come osservatori, da rappresentanti dei paesi africani interessati, sono in questo senso illuminanti. Nel 2018 – cioè a metà percorso dell’Eutf – i rappresentanti dell’Ue si congratulano per la diminuzione dei “flussi migratori” dalla Libia e pensano ad “attuare risposte rapide per evitare la creazione di rotte alternative” in Nordafrica. Dal canto loro, alcuni paesi partner – Etiopia, Guinea e Gambia – “preferirebbero vedere una maggiore attenzione alle cause profonde della migrazione irregolare”.

  6. palmeturs ha detto:

    Come rivela un’inchiesta di Deutsche Welle, la principale categoria di assegnazione dei fondi è la gestione delle migrazioni, con il 24 per cento delle risorse stanziate. I progetti vanno dal sostegno alla guardia costiera libica (nonostante il loro coinvolgimento in gravi violazioni dei diritti delle persone intercettate in mare e detenute in Libia), alla moltiplicazione dei ritorni “volontari” dal Niger delle persone evacuate dalla Libia o espulse dall’Algeria. A tal proposito, “il carattere volontario di questi rimpatri può essere considerato discutibile”, denuncia l’associazione francese La Cimade, “tanto più che è la condizione imprescindibile per avere accesso al centro dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni di Agadez e ai suoi servizi”. Allo stesso modo, il rafforzamento dei controlli alle frontiere in Marocco e Tunisia ha portato alla strumentalizzazione della questione migratoria da parte dei governi di questi paesi, consapevoli del potere che possono trarne nei confronti dei loro corrispettivi europei.

  7. Limes ha detto:

    Nell’ambito degli aiuti allo sviluppo, è soprattutto l’obiettivo dichiarato dell’Eutf – ridurre l’immigrazione irregolare dall’Africa – a destare preoccupazione. In effetti, “l’aiuto allo sviluppo è sempre stato e sempre sarà uno strumento per gli stati – lo abbiamo visto recentemente con l’Afghanistan”, osserva Tessa Coggio, che prima di lavorare per l’ong Relief international ha dedicato la sua tesi di laurea all’Eutf (una versione breve è stata pubblicata da Migration Information Source). Ma con questo fondo, la visione precedentemente piuttosto positiva della migrazione come risorsa per lo sviluppo è stata minata dal sopraggiungere di un approccio alla mobilità umana restrittivo e orientato alla sicurezza.

  8. Magister Equus ha detto:

    Secondo Thomas Spijkerboer, professore di diritto delle migrazioni alla Vrije Universiteit Amsterdam, il Fondo fiduciario di emergenza per l’Africa è particolarmente problematico perché la sua realizzazione si basa sulla dichiarazione – ingiustificabile a suo avviso, ma necessaria per aggirare il diritto comunitario degli appalti pubblici – di una situazione di emergenza nei 26 paesi africani coperti dal meccanismo. Una dichiarazione, ha spiegato in una recente intervista alla rivista Parallax, “che fa parte di un modello di applicazione delle regole di base (del diritto della concorrenza, in questo caso) in Europa, ma non in Africa”. Così, secondo le cifre fornite dalla Commissione, questa flessibilità avrebbe permesso di assegnare circa il 70 per cento dei finanziamenti dell’Eutf attraverso procedure di attribuzione diretta e il 30 per cento attraverso procedure di appalto pubblico.

  9. Monopulos ha detto:

    Ribadite dalla Commissione e dal Consiglio durante la primavera e l’estate del 2015, queste priorità hanno fatto da sfondo al vertice di La Valletta dell’11-12 novembre 2015, che ha riunito i leader europei e africani per discutere della “gestione delle migrazioni”. In quell’occasione viene lanciato un nuovo strumento finanziario, il Fondo fiduciario di emergenza per l’Africa (Eutf Africa), con l’obiettivo di affrontare “le cause profonde della migrazione irregolare e degli sfollamenti in Africa”. Questo fondo è stato criticato fin dall’inizio, in primo luogo per la sua natura: istituiti nel 2013, i fondi fiduciari europei di emergenza sono meccanismi finanziari multidonatori che consentono una risposta flessibile e rapida alle situazioni di emergenza nel campo della politica estera. Inseriti al di fuori del bilancio dell’Ue, sono svincolati dal controllo del parlamento europeo. Un’esclusione che non sorprende l’eurodeputata spagnola Sira Rego, vicepresidente di Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (Gue/Ngl): “L’Eutf è un esempio della mancanza di trasparenza che caratterizza l’Ue, proprio come lo Strumento per i rifugiati in Turchia o come Frontex”.

  10. Caballus ha detto:

    naufragi del 12 e del 19 aprile 2015 al largo delle coste libiche, in cui sono morte più di 1.200 persone, hanno fornito il pretesto per accelerare queste politiche. Per “salvare vite in mare”, è stato scritto, occorre esternalizzare il controllo delle frontiere, combattere il traffico di migranti e incoraggiare la cooperazione sulle riammissioni mettendo in campo “tutti gli strumenti necessari, anche in materia di cooperazione allo sviluppo”, si legge nella dichiarazione del Consiglio europeo del 23 aprile 2015.

  11. Parvulus ha detto:

    Nel 2014-2015, quando l’aumento del numero di richiedenti asilo in fuga dalle guerre in Siria e Iraq ha messo sotto gli occhi di tutti la necessità di riformare il sistema di accoglienza europeo, gli stati membri dell’Ue hanno deciso di agire. Non attraverso l’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea (approvata nel 2001, è stata attivata solo nel marzo 2022 in risposta alla guerra in Ucraina), ma deviando l’attenzione su un continente che era allora al centro delle loro preoccupazioni, l’Africa. Divisi su molte altre problematiche, i governi europei hanno concordato invece sulla necessità di ridurre la cosiddetta immigrazione “irregolare”, soprattutto quella proveniente dall’Africa, e di aumentare il numero di rimpatri delle persone in soggiorno irregolare nell’Ue.

  12. Luscinia m ha detto:

    PIROETTA sul superbonus, nasce la tassa sui cantieri
    L’ennesima fregatura di questo orribile governo

  13. Turdus merula ha detto:

    “Figuraccia di Cingolani sui dati ILva”…
    Ma quest’esecutivo è un arcobleno di figure di cacca ma continua a fare danni al Paese ed il DEbito Pubblico è sempre più alto…

  14. Alauda ha detto:

    Draghi svolta sul Rublo, paghiamo in rubli.
    Nonno mario, vai a fare il nonno e molla di fare danni a questa povera e disgraziata nazione distrutta dal PD e dai grillini

  15. Hierophis ha detto:

    Uno studio dell’Università di San Paolo su 35 paesi europei, dimostra la INUTILITA? delle mascherine.
    ma Speranza vive su Marte…

  16. maura ha detto:

    Ucraina, la prima (terribile) conseguenza della guerra: un altro Stato sta “esplodendo”, è rivolta totale..
    Il DISORDINE GLOBALE, è ora che l’Italia si schieri con i NON ALLINEATI come voleva MORO.
    Basta con 35 basi USA sulk ns, territorio.
    basta con il ricatto USA:

  17. Elaphe ha detto:

    Mattarella alle toghe: per essere utili al Paese dovete studiare di più.
    Per essere + utili al Paese, essere eletti dal POPOLO e dopo 5 anni se non hanno lavorato bene a casa.
    Basta con questa casta che ha rovinato milioni di povere persone.

  18. Hemo ha detto:

    Il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia è bloccato per il veto dell’Ungheria. E di nuovo l’Ue non riesce a muoversi compatta. Un problema anche in vista dell’andamento della guerra in Ucraina che rischia di condizionare pesantemente il futuro di Bruxelles.
    La UE – l’Euro una costruzione del grande capitale e dell’altissima finanza.
    L’EUROPA dei POPOLI quella serve non questa porcheria…

  19. Oh ha detto:

    Alcuni lettori mi hanno chiesto chiarimenti riguardo a notizie che circolano riguardo alla Corte Costituzionale che sarebbe pronta a “rendere obbligatori i vaccini” e “congelare gli stipendi e le pensioni” dei non vaccinati. Siamo alle solite. La Corte Costituzionale non ha alcun potere di attuare queste misure che solamente una dittatura totalitaria avrebbe il potere di rendere esecutive.

  20. maximus ha detto:

    Tra i vari aspetti da notare riguardo alle presunte positività del coronavirus c’è quello che riguarda solo ed esclusivamente personaggi in vista della cabala internazionale. C’è Barack Obama, c’è Hillary Clinton, c’è il segretario generale della NATO e c’è Nancy Pelosi. Non c’è nemmeno un esponente del mondo conservatore. Questo ci dice che il problema, probabilmente grave, sta tutto dalla parte del gotha globalista.

  21. Equa ha detto:

    Condivido al 101% l’ottimo articolo.
    la ns. classe politica pensa solo ai lauti stipendi + benefit da nababbi e pur di restare a Roma vende il Paese, basti pensare all’invasione in atto.
    Liberiamoci dalla partitocrazia putrescente

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