Ue avverte Italia, manovra dello 0,2% entro aprile o procedura d’infrazione per deficit eccessivo!

Bruxelles non è in vena di sconti e batte cassa! Se il governo italiano non attuerà “in modo credibile” le misure per la correzione dei conti pubblici “di almeno lo 0,2% del pil” entro il mese di aprile, la Commissione considererà non rispettata la regola del debito, ma la decisione di aprire una “procedura per disavanzi eccessivi” sarà presa “in base alle previsioni di primavera 2017” che di solito vengono pubblicate a maggio.
E’ scritto in una nota della Commissione sull’adozione del ‘Rapporto sul debito’ adottato dall’esecutivo in base all’art.126.3 del Trattato. “L’Italia presenta eccessivi squilibri”, si legge a pagina 25 della Comunicazione della Commissione sul progresso delle riforme strutturali nell’Eurozona approvata oggi. Per il nostro Paese sono indicati l’alto debito, la protratta debolezza nella dinamica della produttività in un contesto di alti Npl (Non performing loans, ossia prestiti non performanti) e disoccupazione. Insomma, Renzi ci ha lasciato in un ‘grande casino’, tanto per usare un eufemismo e non essere scurrili. L’ex premier ed ex segretario del partito di maggioranza, ha fatto come Capitan Schettino: ci ha mandato a picco, ci ha lasciato con le pezze al sedere, sotto una valanga di debiti, e poi… ha abbandonato la nave che affonda andandosene negli States! Insomma, se n’è andato al momento giusto, proprio quando l’Europa si appresta a sferrare il colpo di grazia ad una moribonda Italia. Bruxelles, infatti, chiede in tempi brevi al governo Gentiloni un aggiustamento dei conti pubblici. Nel dettaglio l’intervento chiesto dai burocrati continentali è di circa 3,4 miliardi di euro. Una vera e propria manovra bis – ancora tagli e tasse, come sparare sulla Croce Rossa – che vale lo 0,2% del Pil. E l’attuale governo, adesso, non potrà più rinviare l’impegno. In caso contrario, infatti, la Commissione Europea è pronta ad aprire una procedura d’infrazione per deficit eccessivo a carico del Belpaese per il mancato rispetto della regola sul debito. Si tratterebbe, di fatto, di un commissariamento che potrebbe durare anni. L’Europa, insomma, non vuole più fare sconti e l’Italia rischia così di morire di tasse, disoccupazione e stipendi da fame, mentre chi ha precise responsabilità politiche e di governo pensa a dare un lavoro agli immigrati e va ancora blaterando di legge elettorale e di quelle elezioni anticipate che in realtà nessuno di loro vuole.

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