Sono tutti figli nostri, nonostante le diversità, e ognuno di loro ha diritto alla felicità!

di Antonello Laiso. Già conoscevo la bella storia di Luca Trapanese, la felicità nell’adottare una bimba down è palese sul suo viso e nella sua vita da come gioca con quella figlia, una felicità che non si può comprare, non ha prezzo.

L’ignoranza  e’ nemica di quella sensibilita’, ignoranza con cui ancora oggi qualcuno giudica un bambino che nasce down solo perche’ nasce con quel cromosoma in più.
Sono rimasto male e tanti come me dell’episodio riportato anche in tv ed in considerazione anche nella quale si spera sempre a quell’apertura mentale in piu’ di chi dovrebbe giudicare, se  si puo’ usare tale termine per  un bambino od una persona con quel cromosoma in piu’.
Evidentemente tutte le campagne fatte negli anni e tutti quei genitori felici con figli nati down che non e’ una brutta parola non hanno insegnato niente.
Si discrimina ancor prima nella mente e poi nei fatti tante volte invece di insegnare ai figli che non va fatto.
Resta l’ignoranza in maggior parte predominante ad una condizione fisica che fa sentire disabile chi ne è affetto ancora di più agli occhi di quelle persone che purtroppo non hanno quell’intelligenza e quel dono che non si acquista, ovvero  la  sensibilità.
Oggi tanti ragazzi con la sindrome di down ovvero per qualcuno “l’essere brutto e malato” sono integrati oltre che negli studi anche universitari anche nello sport e nella società, quando vediamo tali episodi incresciosi come quello accaduto a Luca Trapanese penso che torniamo indietro invece di andare avanti integrando tali ragazzi anche nel mondo del lavoro come spesso vediamo.

Allora siamo noi con i nostri pregiudizi con le nostre teorie sbagliate i nostri preconcetti a non voler capire che si deve mettere in mostra sempre ciò che e’ di  positivo in una persona con trisomia 21 e non, se pur ci fosse una bruttezza o altro che esiste solo nel nostro cervello.

IL FATTO.

“Qualche giorno fa ero al mare con Alba. Giocavamo alle giostre in spiaggia.

Si è avvicinato un bimbo e, senza minimi termini, mi ha detto che secondo la sua mamma Alba è malata e anche brutta. Sono rimasto di pietra, non sapevo nemmeno cosa rispondere, perché mia figlia non è malata e la sua disabilità non la invalida dell’essere una bambina felice, oltre ad essere oggettivamente bella”. 

E’ lo sfogo pubblico di un papà su Facebook, non un papà qualunque, ma l’assessore al Welfare del Comune di Napoli Luca Trapanese, genitore adottivo di Alba, 5 anni, affetta da sindrome di Down.

Una testimonianza che diventa anche un messaggio di natura politica: “Bisognerebbe iniziare a ragionare sul bene comune, partire dall’idea che sono TUTTI figli nostri, nonostante le diversità, e che ognuno di loro ha diritto alla FELICITÀ e non al primato di migliore o di perfetto”.

“Quel bimbo – osserva Trapanese – grazie alla sua mamma, rappresenta una parte della società ostile alla diversità, indifferente al dolore, incentrato sul raggiungimento di una perfezione che non esiste”. 

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *