di Salvatore Santoru. E’ recentemente uscito un nuovo sondaggio dell’Ipsos dedicato alle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Tale sondaggio è stato pubblicato e commentato da Nando Paglioncelli in un articolo scritto per il ‘Corriere della Sera’ e presenta delle interessanti sorprese sulle intenzioni di voto che hanno i cittadini italiani. Gli studenti e i giovani tendono a preferire di poco il Movimento 5 Stelle al Partito Democratico e sono disposti anche a dare una chance al partito progressista ‘Liberi e Uguali’. Come scritto da Paglioncelli nell’articolo pubblicato per il Corriere della Sera, il Movimento 5 Stelle risulta essere la forza politica maggiormente preferita dal ceto medio e dalla classe operaia. Nell’ambito del ceto medio, il successo dei grillini risulta alquanto netto tra gli insegnanti e gli impiegati ma è anche diventato di notevole importanza nel settore dei lavoratori autonomi. Inoltre, sia nella classe media che in quella operaia vi è da registrare un’importante aumento delle preferenze per la Lega Nord di Matteo Salvini, mentre ottengono minore consenso Pd e Forza Italia. Un dato molto interessante è quello relativo alla preferenza politica legata al livello di istruzione. Stando al sondaggio Ipsos, il Partito Democratico risulta essere la forza politica preferita dagli individui aventi una minore istruzione, specialmente tra quelli aventi la licenza elementare o che non hanno conseguito nessun titolo di studio. Il primo posto del Pd è seguito dai 5 Stelle e da Forza Italia, mentre in linea di massima i laureati mostrano una propensione favorevole alla sinistra e al centrosinistra e minore per le forze politiche di destra come la Lega e Forza Italia. Su tali dati, c’è da dire che la preferenza dei cittadini meno istruiti da parte del Partito Democratico è notevole in quanto lo stesso Pd ha basato la sua campagna elettorale sul rilancio dell’istruzione e, così come una buona parte della ‘sinistra progressista’ europea, aveva generalmente visto nell’attuale ascesa del populismo una sorta di ‘rivolta’ dei settori meno istruiti e colti. In linea di massima, così l’area progressista aveva spiegato eventi come la Brexit o la vittoria di Donald Trump negli Usa e ora tale ‘narrazione’ sembra venir meno in Italia.
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