Prigionieri politici in Cina.

di Attilio Runello. Ogni tanto i governi occidentali fanno sentire la loro voce sulla Cina per il trattamento che viene riservato agli uiguri, popolazione di etnia turca e di religione mussulmana oppure di quello riservato ai prigionieri politici.

Ogni tanto perché comunque prevale l’interesse agli scambi commerciali con un paese che ha un miliardo e mezzo di abitanti di cui la metà ha un tenore di vita di tipo occidentale e un dieci per cento può permettersi di acquistare i prodotti griffati della nostra moda che ha un grande successo in Cina
Si stima che siano un milione gli uiguri che sono detenuti in campi di rieducazione, dove si cerca di infondere loro una educazione laica. Comunque di fare dimenticare loro la religione mussulmana e la loro tradizione di mettere al mondo molti figli.
Per i prigionieri politici invece – i tanti che sono stati arrestati durante le manifestazioni ad Hong Kong di un paio di anni fa – è riservato l’ospedale psichiatrico dove   sembra che non venga risparmiato l’elettroshock.
Ma se per i poveri palestinesi della striscia di Gaza che dal 7 ottobre sono vittime della operazione militare portata avanti da Israele ci sono almeno le manifestazioni in tante città occidentali, c’è l’intervento militare di rivoltosi in Libano e nello Yemen per i cinesi non c’è nessuno che li ricorda. Ogni tanto qualche condanna da parte di governi occidentali che a quanto sembra lascia il tempo che trova. O forse no. Forse si è ottenuto l’ospedale psichiatrico che è sempre meglio del carcere.

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