PD: la crisi non è una questione di ‘simbolo’.

Prima lo hanno spedito a Parigi e poi lo hano richiamato al Nazareno, per carenza di leader. Ma l’Enrico stai sereno liquidato dall’ex compagno di partito, Renzi, non è riuscito nell’intento di restare al governo vincendo almeno per una volta le elezioni e non per chiamata diretta del Quirinale.

Il Partito Democratico, frutto immaturo della fusione a freddo tra ex comunisti ed ex democristiani, in realtà non è mai nato e il suo fallimento non è una questione di ‘simbolo’, come sostiene qualcuno che vorrebbe cambiarlo, ma una questione di fondo: i dem non sono più il partito dei lavoratori, degli operai, della lotta di classe. Loro, non stanno più dalla parte dei più deboli ed indifesi, ma da quella dei più forti, attaccati più alle poltrone e al potere, piuttosto che agli interessi delle classi meno abbienti. Il PD di oggi è il partito delle Ztl e non delle periferie, il punto di riferimento dell’establishment e non dei cittadini!

E adesso ecco il testamento politico del segretario dem, nella relazione alla direzione del partito, in corso al Nazareno, fatto secco per la seconda volta di fila questa volta non dai ‘suoi’, ma dagli elettori:

Discuteremo del Pd, anche del suo simbolo, che amo. La mia personale scelta è perché il simbolo rimanga esattamente così com’è, perché racconta il servizio all’Italia.

Ringrazio quanti mi hanno chiesto un impegno di più lungo periodoma lo riterrei un errore per voi e per il partito: iniziato la mia militanza politica da giovane, sono stato ministro nel ’98 ed è giusto che il nostro partito metta in campo una classe dirigente più giovane in grado di sfidare il governo di Giorgia Meloni, una donna giovane.

Le poche donne Pd elette sono il fallimento della nostra rappresentanza. E’ chiaro e evidente, non ho molto da aggiungere, e rappresenta il senso di un partito che non ha compiuto il salto in avanti necessario. Non è possibile tornare indietro rispetto alla necessità di avere dei capi dei gruppi parlamentari di rappresentanza femminile. Dall’altra parte ci sarà la prima donna premier del Paese e su questo punto dovremo essere credibili.

Far nascere il Pd è stato un successo, è stato e sarà una storia positiva per il Paese. Gli elettori ci hanno dato il mandato di essere la seconda forza politica e di guidare l’opposizione, di costruire un’alternativa partendo dall’opposizione. Siamo gli unici ad avere costruito una alternativa politica alla destra. Gli altri hanno fatto elezioni sostanzialmente in alternativa a noi.

Noi oggi cominciamo un percorso congressuale, ma per noi è intimamente connesso al lavoro di opposizione che da oggi comincia, dobbiamo vestire fin da subito i panni dell’opposizione, il mandato del popolo italiano è di essere la guida dell’opposizione, in una logica di collaborazione con le altre opposizioni. Faremo una opposizione intransigente e costruttiva.

Dobbiamo essere da subito pronti a costruire una opposizione forte ed efficace sapendo anche che quando questo governo cadrà io non ci sarò, ma dovremo chiedere le elezioni anticipate, nessun governo di salute pubblica, lo dico, lo dirò anche rispetto a qualsiasi dibattito congressuale, intanto bisogna insistere sulla nostra capacità di essere alternativa con una opposizione costruttiva, non consociativa.

Questo il Letta pensiero.

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