Nessun uomo è un’isola.

di Luciana Piddiu. Non vale per i palestinesi di Hamas e per coloro che tifano Hamas la poesia di John Donne ‘No man is an island’!
Scriveva il poeta, vissuto tra la fine del ‘500 e i primi del ‘600:
Ogni morte di uomo mi diminuisce
perché io sono parte dell’umanità.
Ma gli autori del massacro del 7 Ottobre e i loro emuli in Francia, in Belgio, a Detroit, esultano e festeggiano quando un ebreo o un cristiano muore.Diversi villaggi palestinesi sono stati filmati in varie occasioni mentre inneggiano alla morte di quelli che sono per loro indegni di vivere.

Mi chiedo se c’è una relazione tra questa barbarie trasmessa in mondo visione e la quasi totale assenza delle donne dalla scena dell’azione mortifera.

Ancora una volta il dare la morte ha un potere incommensurabile rispetto al dare la vita, al generare.

E penso alla distanza abissale e temo incolmabile tra la nostra e la loro cultura.

Basti pensare a Dante che pone al centro della vicenda del pellegrino ben tre figure femminili: Beatrice, Santa Lucia e Maria, madre di Gesù.

Non si arriva al Paradiso, al Bene assoluto se non attraverso la mediazione e la guida della donna.

La nullificazione dell’essere femminile, la sua completa sottomissione e insignificanza è forse la chiave per capire la riduzione allo stato ferino di questi terroristi che celebrano l’assassinio e la morte.

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