La mazzetta, un cancro che sta divorando ciò che resta dell’Italia.

Mafia Capitale. Roma ladrona e Milano pure, anzi peggio! La mazzetta non ha latitudine, compra e corrompe ovunque, inquina le istituzioni e infrange la legalità che la politica non sa e non vuole presidiare. Prima Roma, adesso Milano, sotto a chi tocca per intascare la prossima mazzetta! Si diceva che la capitale lombarda aveva gli anticorpi contro la corruzione, che Milano era la capitale morale di un Paese corrotto
e mafioso, invece è proprio qui, all’ombra della Madonnina, che piovono mazzette come se fosse un altro diluvio universale, e vengono giù mazzette come fossero bombe proprio su quello che doveva essere il fiore all’occhiello dei lombardi, la Sanità! Liste d’attesa inesistenti, ma interminabili, gonfiate ad arte per costringere i pazienti a farsi curare i denti a pagamento. Pazienti truffati due volte perché spinti a ricorrere alla prestazione privata a pagamento nella convinzione che il costo del ticket sarebbe stato di poco inferiore. Questo il quadro nefasto e purulento che emerge dall’operazione “Smile” che ha portato all’arresto di 21 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Tra queste anche il braccio destro del governatore leghista della Regione Lombardia e ideatore di quella riforma del sistema sanitario lombardo fortemente voluta dallo stesso governatore. Insomma, scandali e ruberie sono all’ordine del giorno e da “mani pulite” ad oggi poco è cambiato se si esclude la drammaticità del fatto che nell’Italia2.0 di non si sa più bene quale Repubblica se la prima, la seconda o quella più probabile della “tangente”, la platea dei corrotti e dei corruttori si è notevolmente ampliata estendendosi fino a coloro che un tempo non sapevano… “come si faceva” ad intascare e/o elargire “la mazzetta”. Ma il fatto ancora più disarmante e devastante è che la mazzetta non risparmia più nessuno, neppure i “duri e puri” di Salvini che si candida non solo alla guida del centro-destra ma addirittura del Paese!

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M5S svela la clamorosa Affittopoli Milanese, due volte quella di Roma! Pagare meno, anzi, pagare nulla. Ammontano, infatti, a 204 milioni di euro i crediti non riscossi dal Comune di Milano per la locazione degli immobili di sua proprietà. Una cifra che quasi doppia l’affittopoli romana e che presenta, però, altre caratteristiche. Scorrendo l’elenco dei morosi troviamo un noto ristorante del centro che dopo aver lasciato un ‘buco’ da 500mila euro, ha chiuso i battenti e riaperto, in un altro immobile sempre del Comune dove ha lasciato un altro debito da 200mila euro di canoni non riscossi dal Comune. Come sia possibile che una cifra così macroscopica sia passata sotto il naso degli amministratori e di chi era chiamato a controllare, senza che nessuno se ne accorgesse, è un mistero se non si vuol pensar male. Nella lista non poteva non mancare la sede di un partito di maggioranza che ha affitto locali di proprietà del Comune lasciando un ‘buco’ di 20mila euro. Ma non sono solo i locali commerciali a essere concessi, praticamente, gratis a commercianti e imprenditori – visto che molti crediti sono ormai diventati inesigibili – nell’attribuzione delle cosiddette ‘case popolari’ ci sono diseguaglianze tanto macroscopiche quanto gli affitti non riscossi. Fra gli assegnatari delle case popolari ci sono persone con un Isee da quasi 80mila euro e un patrimonio dichiarata da 2milioni di euro fra titoli e depositi bancari. Non certo un bisognoso. Questo è il risultato della ricerca del gruppo M5S di Milano, gli unici a raccogliere le segnalazioni dei dipendenti comunali stanchi di vedere sperperi e sprechi di tale portata. I partiti gli hanno chiuso le porte in faccia, il M5S gliele ha spalancate.
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di Marcello Veneziani. 
Non riesco più a indignarmi per la corruzione. Troppo seriale, scontata, inestirpabile, trasversale per suscitare ancora rabbia. Il sistema col tempo è peggiorato: si prendono mazzette senza realizzare le opere e poi ieri portava almeno benefici a cascata, oggi resta ai diretti interessati. È stupida la reazione “mandiamoli tutti a casa”, e poi chi subentra, in base a quale sortilegio sarà più affidabile? Sono forse cambiati i criteri di selezione, sono mutate le motivazioni, ci sono differenze “etniche”, culturali o religiose che possano farci dire che i nuovi sono diversi? Chi ci dice che i miracolati di Grillo ma anche quelli di Renzi, diventati di colpo classe di potere, siano più affidabili rispetto ai loro predecessori? Vi ricordate cosa fecero i craxiani rispetto ai vecchi marpioni dc & soci? E la soluzione non è nemmeno dare poteri enormi ai giudici o invocare nuove leggi, normative più toste. Non serve e s’è visto. Per arginare la corruzione restano tre vie non ancora intraprese: rendere più semplice il sistema e le sue norme, sfoltendo i passaggi e i poteri di veto, perché più controlli ci sono e più potenziali corrotti ci saranno; selezionare la classe dirigente sulla base di curriculum, competenza, capacità e non in base a criteri cosmetici, demagogici o di affiliazione ai clan e ai capi; scegliere i politici in base alla motivazione che li muove, se sono spinti da molle civili e ideali o no, perché se quel che conta siamo io, i miei e la nostra vita, la corruzione è dietro l’angolo. E si ripeterà in eterno.

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