La degenerazione maculare si curerà con un collirio.

Un team di ricercatori dell’Università di Birmingham ha sviluppato un nuovo tipo di collirio che potrebbe a breve rivoluzionare il trattamento di una delle principali cause di cecità nel mondo, la degenerazione maculare. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista ‘Investigative Opthamology e Visual Science’, manderà in pensione l’attuale trattamento, particolarmente doloroso.
I malati, principalmente anziani, erano costretti a sottoporsi a dolorose iniezioni intravitreali che miravano esclusivamente a rallentare il progredire della degenerazione. Il team di scienziati, guidato dal professor Felicity De Cogan, biochimico dell’University of Birmingham’s Institute of Inflammation and Ageing, ha sviluppato uno speciale collirio che trasporta il farmaco, fino ad oggi applicabile attraverso iniezioni intravitreali, direttamente nell’area da trattare. Il collirio in questione si chiama CPP-plus e ha dimostrato la stessa efficacia delle iniezioni. La sua caratteristica vincente è rappresentata da un peptide che penetra nelle cellule e consegna il medicinale in pochi minuti. “Il nostro vettore – ha evidenziato il dottor De Cogan – avrà un impatto significativo sul trattamento della degenerazione maculare, rivoluzionando le opzioni di consegna del farmaco attualmente utilizzato per il trattamento. L’efficace auto-somministrazione del trattamento potrebbe portare ad una significativa riduzione degli esiti negativi, abbattendo anche i costi sanitari delle attuali terapie. Il collirio CPP-plus potrebbe inoltre essere usato per trattare altre malattie oculari croniche che richiedono l’erogazione del farmaco direttamente nella camera posteriore dell’occhio”. La degenerazione maculare (anche nota come DMLE, in inglese AMD) è una malattia retinica strettamente legata all’età. Colpisce la zona centrale della retina, detta macula e risulta essere una malattia ad andamento progressivo, che può portare alla perdita completa ed irreversibile della visione centrale. Le cause sono da ricercarsi nel sempre minore apporto di sangue, e degli altri elementi nutritivi, verso i tessuti della retina che si deteriorano e assottigliano. La visione viene ostacolata dagli accumuli da cellule giallastre che si depositano al di sotto della macula, alterando la funzionalità delle cellule deputate alla visione centrale. Queste cellule, scarsamente nutrite dai capillari della retina centrale, si atrofizzano. Nel mondo le persone affette da tale condizione sono 25-30 milioni, ma questo numero è destinato a triplicarsi entro i prossimi venticinque anni, a causa dell’invecchiamento della popolazione. Esistono due tipi di DMLE: la forma secca e la forma umida o essudativa. La forma secca, molto più frequente (85% dei casi) consiste in una graduale e lenta atrofia del tessuto maculare. La forma umida, seppure più rara, è quella che provoca maggiori danni: il 90% dei casi cecità da degenerazione maculare è infatti dovuto a questa forma che è caratterizzata dallo sviluppo di vasi sanguigni neoformati sottoretinici che possono sanguinare.

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