I partiti che scimmiottano Beppe Grillo.

di Angelo D’Amore. L’ipocrisia della politica non conosce mai fine. Prima delle elezioni, Grillo ed il Movimento 5 Stelle, erano considerati pericolose mine vaganti che mettevano a repentaglio la stabilità democratica del Paese. Tutti vedevono Grillo come un calcolato opportunista, un massacratore dei vecchi politici che sfruttava a suo vantaggio i guai e gli stenti dei cittadini italiani, strangolati dai provvedimenti presi dal Governo Monti. Nessuno osava immaginare che il M5S potesse andare così in alto, aggiudicandosi addirittura il ballottaggio nel comune di Parma. Ciò che nessuno lontanamente prevedeva è invece accaduto. Il M5S è una realtà. Grillo è dato in continua crescita. Si ipotizza nel breve termine, un suo posizionamento vicino addirittura al 20%. La politica ne ha preso atto, iniziando a ritornare sui propri passi. A Ballarò sia i politici presenti che gli stessi giornalisti, hanno iniziato ad asserire che il M5S è un bene per il Paese, un vero soggetto politico (ma non erano antipolitici???) con cui confrontarsi. Si sono pronunciati in tal senso, sia Concita De Gregorio, ex direttore dell’Unità, oggi a La Repubblica, che Alessandro Sallusti, direttore del Giornale. Possiamo senza dubbio sostenere che l’arruffianamento è per l’appunto bipartizan. Grillo da pericoloso capo-popolo si è trasformato in una sola tornata elettorale, in un potenziale e proficuo interlocutore politico. Sentire Lupi, Pdl, che bisogna prendere esempio dal neo sindaco di Parma che, per la sua campagna elettorale, ha speso solo 6.500 euro, è davvero assai mortificante, per non dire tragicomico. I vecchi partiti iniziano a scimmiottare il M5S. Politici mestieranti, espressione del consociativismo affaristico, dei privilegi inviolabili di casta, attraverso un semplice e repentivo maquillage nella comunicazione, vorrebbero rifarsi una verginità perduta ahimè, da tempi assai lontani. Gli elettori si sono pronunciati. Le amministrative sono state un campanello di allarme. Nel 2013, se davvero non ci sarà il tanto atteso rinnovamento generazionale, la rinuncia a tutti i privilegi di classe, la condanna sarà senza appello.

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