I cinquantenni d’oro della Regione Lazio.

Non si capisce come fa il parlamento italiano ad approvare in quattro e quattr’otto una riforma previdenziale che consente agli impiegati dello Stato, di andare in pensione a più di 62 anni di età, con il massimo dei contributi previdenziali (42 anni e 6 mesi per gli uomini, un anno in meno per le donne), e con un assegno previdenziale pari all’ottanta per cento circa dell’ultimo stipendio percepito (mediamente 1000 euro al mese!!!), e come poi quegli stessi parlamentari decidano diversamente quando si tratta delle loro pensioni, assunte agli onori della cronaca e agli oneri dei cittadini con il famigerato appellativo di “vitalizio”! 
E’ vero che il vitalizio, così scandaloso com’era, è stato abrogato, ma non per tutti! Tant’è che per gli ex consiglieri della Regione Lazio il montepremi è rimasto intatto. 
I diritti pensionistici acquisiti non si toccano soltanto ai politici, mentre quando si tratta dei “comuni lavoratori” i diritti acquisiti diventano carta straccia e la musica intonata dal direttore d’orchestra di turno somiglia sempre di più, riforma dopo riforma, ad una vera e propria marcia funebre! 
Fatto sta, che alla Regione Lazio – unica fra le 20 Regioni italiane, a fissare a 50anni l’età minima per incassare il vitalizio – mano a mano che gli ex consiglieri compiranno i cinquant’anni, andranno ad ingrossare la somma che ogni mese il Lazio deve sborsare per i vitalizi dei suoi ex onorevoli consiglieri.
Oggi sono 270 gli ex consiglieri della Regione Lazio aventi diritto al vitalizio, ma anno dopo anno diventeranno molti di più, visto che sono in 44 quelli in lista d’attesa per spegnere la cinquantesima candelina sulla torta del loro fortunatissimo compleanno!!! 
Circa 3 mila euro al mese – garantiti per sempre, e con il diritto anche alla reversibilità per i familiari – sono senz’altro un riconoscimento più che ‘onorevole’ per pochi mesi passati alla Pisana (legislatura 2010-2013)! Naturalmente i vitalizi sono pagati dai cittadini del Lazio, sia ben chiaro, perché i versamenti contributivi degli ex consiglieri coprono a malapena una striminzita fetta del ricco montempremi.
_____________________________________________________________________________________ P.S.: La riforma costituzionale appena approvata al Senato prevede una dieta pesante per le tasche dei consiglieri regionali, dopo le abbuffate di rimborsi pubblici finite quasi tutte sotto inchiesta. All’articolo 29 del ddl Boschi si legge, infatti, che «gli emolumenti spettanti ai consiglieri regionali non potranno superare quelli spettanti ai sindaci dei comuni capoluogo di regione». Per i consiglieri di molte regioni sarà un taglio considerevole, variabile a seconda dello stipendio di partenza (diverso da Regione a Regione) e del sindaco del capoluogo di riferimento, anche questi molto differenti tra loro.
«E allora ecco l’uscita doc di un consigliere Ncd della Regione Lazio: CON 5.200 EURO NON VIVO“! SONO SENZA PUDORE! A volte sarebbe meglio, molto meglio, tacere. Perché stipendio a parte, il silenzio è d’oro!»


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