È un Matteo Renzi in grande spolvero quello dell’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’:
“Salvini e Di Maio sono la nuova destra populista e demagoga. Però l’opposizione deve smettere di tirare di fioretto. E’ arrivato il momento di ribattere colpo su colpo, di combattere a viso aperto, di non lasciargliene passare più una. L’avversario è forte, ma la partita è tutta da giocare”. “Questo clima giacobino – aggiunge l’ex premier – rischia di ritorcersi contro i presunti rivoluzionari. E secondo me accadrà molto prima del previsto. Per questo la comunità civile deve reagire subito. Da qui a Natale nasceranno in tutti i comuni comitati civici contro questo governo. E prima del previsto nell’angolo ci saranno Salvini e Di Maio, non noi”. Dopo il crollo del viadotto Morandi, insiste Renzi, “il governo Salvini-Di Maio ha scelto di radicalizzare. A loro non interessa la verità, basta un capro espiatorio: non cercano soluzioni, fabbricano colpevoli. Questo è lo stile da sempre. Lo hanno fatto per le banche, per Consip, dopo Macerata, con il Jobs Act. Davanti a problemi reali loro scelgono i presunti responsabili e manganellano sul web senza pietà. Lo facevano quando erano opposizione. Su Genova hanno iniziato a farlo da maggioranza. Mi sembra un atteggiamento pericoloso: non c’è unità possibile, senza rispetto per la verità”. Quanto al merito delle questioni legate al crollo, “la convenzione con le autostrade – puntualizza l’ex premier – è stata fatta dal governo Berlusconi: nessuno dice che il deputato Matteo Salvini votò a favore e il Pd contro. I soldi da Autostrade li hanno presi la Lega come contributo elettorale e il premier Conte nella veste di avvocato. Il no alla Gronda, che pesa come un macigno in questa storia, viene da Beppe Grillo e Toninelli. Chi tace, pensando di guadagnare consenso stando in disparte, deve sapere che il suo silenzio oggi sarà considerato complicità domani. Dobbiamo andare all’attacco, non stare sulla difensiva”. E restando sempre al merito, “che Autostrade abbia poco da difendere e molto da chiarire – afferma Renzi – è evidente: ma tocca ai giudici, non a noi. Spero che i Benetton facciano la loro parte: per le famiglie colpite, per rifare subito il ponte e per fare finalmente la Gronda, opera fondamentale per Genova. Paradossalmente revocare la concessione rischia di essere un regalo ad Autostrade: significa andare in causa per decenni, pagare 20 miliardi di danni e tenere Genova divisa in due. Tornando invece al piano politico, “non tocca a me – sottolinea l’ex leader Dem – definire la linea del Pd: c’è un altro segretario, ci sarà un congresso. Chiunque lo vincerà dovrà contare sul sostegno degli altri, senza avere mai più fuoco amico. Ma scommetto – conclude Renzi – che si faranno sentire anche tanti cittadini fuori dal Pd che non ne possono più di un governo di sfascisti con ministri della paura e della disinformazione”. E noi scommettiamo che Renzi non resterà a guardare, ma che farà del tutto per riprendersi la segreteria! La ‘remuntada’ è appena iniziata.
Mah, hai messo insieme di tutto un po', con il jobs act avevi con te tutta la destra, Marchionne, e…
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Io non voto più dal 1994. Mi rivedranno nella cabina elettorale solo quando mi daranno una pensione decente